La presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, nel corso dell'assemblea dell'associazione ieri ha ribadito il giudizio positivo sul decreto Salva-Casa. «Giusto pensare a soluzioni per aiutare le famiglie a migliorare le proprie abitazioni. Ci auguriamo che il costo che i cittadini sosterranno per sanare queste piccole irregolarità sia destinato a interventi a favore della casa e della rigenerazione urbana», ha detto. Secondo Brancaccio, inoltre, «non è più possibile rinviare l'approvazione di una legge organica per la rigenerazione urbana, con un fondo unico e stanziamenti adeguati e stabili nel tempo».
Questo tipo di interventi, infatti, può aiutare il settore edile a superare la crisi conseguente alla chiusura del Superbonus. L'Ance stima che quest'anno gli investimenti in edilizia chiuderanno in calo del 7,4% rispetto al 2023. In particolare, sarà il settore della riqualificazione a soffrire di più (-27%), mentre l'aumento degli investimenti in opere pubbliche (+20%), sostenuto dai progetti del Pnrr, non sarà sufficiente a controbilanciare la pesante caduta delle riqualificazioni anche perché nel 2024 sono previsti in calo anche gli investimenti in nuove abitazioni (-4,7%) e nel non residenziale privato (-1%). Il Superbonus 110% , ha ricordato Brancaccio, nel biennio 2021-2022 «ha consentito all'Italia di crescere a ritmi superiori a quelli della Cina, (+12,3% Pil contro il loro +11,3%)». Al momento, però, «ci sono già 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani».
Ecco perché l'Ance ha sottolineato l'urgenza di «un Piano casa organico e inclusivo» che «risponde a un'urgente istanza sociale e potrebbe attivare una grande spinta economica». Lo stesso obiettivo cui puntano il ministro Salvini e il presidente Confindustria Orsini, anch'essi presenti all'assemblea.
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