Quota 103 e stretta sul reddito grillino: cosa cambia

Questa settimana è cruciale per l’approvazione della legge di Bilancio e l’argomento pensioni continua a tenere banco

Quota 103 e stretta sul reddito grillino: cosa cambia

La scadenza di Quota 100 il prossimo 31 dicembre sembra essere il nodo più complicato da sciogliere per il governo Draghi e le forze politiche di maggioranza, ma la soluazione potrebbe essere Quota 103. Questa settimana è cruciale per l’approvazione della legge di Bilancio e l’argomento pensioni continua a tenere banco. Chiaramente, le decisioni dei prossimi giorni avranno ricadute importanti a medio e lungo termine ed è per questo motivo che la scelta è molto complicata. I partiti oramai si sono defilati, lasciando il cerino in mano all’esecutivo. Troppe le distanze tra il consiglio dei ministri e i vari leader delle formazioni politiche alleate, ma trovare una soluzione per la scadenza di Quota 100 è un obbligo, dato che il ritorno allo scalone della legge Fornero non piace quasi a nessuno.

Nella legge di Bilancio, però, ci sarà anche altro, perciò l’esecutivo sta stringendo i tempi per arrivare a una conclusione. L’orientamento del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco, come riporta il Corriere della Sera, è di procedere con Quota 103, ossia una soluzione intermedia tra quelle studiate in precedenza che potrebbe mettere d’accordo un po’ tutti. L'idea è rendere il provvedimento decisivo per convincere sia chi vorrebbe restare con Quota 100 e chi invece, pochi in verità, si rifà alla vecchia legge Fornero.

Ma in che consiste Quota 103? Questa misura prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni d’età e con 39 anni di contribuzione. Ora si attende la reazione dei partiti di maggioranza, anche se la partita da giocare è più ampia. Nel calderone c’è anche la questione del Reddito di cittadinanza che va rivisto, poiché la platea si sta ingrandendo più del previsto. Il rischio evidente è che il sistema possa implodere ed è ciò che il governo vuole evitare a tutti i costi. Si sta lavorando per intensificare i controlli per ridimensionare il numero delle truffe effettuate negli ultimi anni. I tagli sono inevitabili, anche perché di questo passo i costi, saliti a 9 miliardi di euro nel 2021, diventano insostenibili.

Ciò è accaduto nonostante siano stati creati oltre 500mila posti di lavoro. Una stretta è necessaria per garantire un futuro al sussidio voluto fortemente e difeso a spada tratta dal Movimento 5 Stelle.

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