Carlos Ghosn si sarebbe dimesso dalla presidenza della Renault-Nissan-Mitsubishi Alliance: a ormai due mesi dal suo arresto, il manager brasiliano di origini libanesi a capo del gruppo automobilistico più grande al mondo, avrebbe presentato le dimissioni.
Ad anticipare la notizia, sarebbero stati sia il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire (lo stato d’oltralpe detiene infatti il 15% delle azione della Régie) sia il canale pubblico Nhk, in contatto con alcuni insider.
A pesare nella decisione sarebbe stato l’ennesimo “no” del tribunale di Tokyo di fronte a una richiesta di rilascio su cauzione: Ghosn si trova in cella dal 19 novembre 2018 e questa non è la prima volta che il manager brasiliano vede rifiutarsi tale concessione.
Dal giorno dell'arresto con l'accusa di evasione fiscale e false informazioni, la posizione si è aggravata con un nuovo capo d’imputazione: abuso d’ufficio. Secondo l’accusa infatti, Ghosn avrebbe coperto perdite su investimenti privati per circa 16 milioni di dollari (1,85 miliardi di yen), prelevando fondi dalla casse Nissan.
Dal canto suo Ghosn si è sempre dichiarato innocente da tutte le accuse, ma il sistema giudiziario giapponese ha procedimenti rigidi e severi, tanto che il suo caso ha riportato alla mente quello di Mark Kerpeles, salito alla ribalta alcuni anni fa per le accuse da lui successivamente rivolte.
L’ex numero uno del primo gruppo al mondo per automobili vendute con 5,54 milioni di automobili vendute, nel 2000 divenne presidente di Nissan, guidando quello che di fatto è stato un vero miracolo automobilistico.
All’epoca infatti, la casa giapponese aveva un debito pari a oltre 20 miliardi di dollari, e su 46 modelli a listino, soltanto tre stavano generando profitto.
Nel giro di tre anni, con cambiamenti epocali nei confronti della cultura aziendale in Nissan che sconvolsero non poco l’opinione pubblica (21 mila posti di lavoro tagliati in Giappone, smantellamento del sistema keiretsu di Nissan riguardo i fornitori di componenti e molto altro), il costruttore giapponese raggiungeva tutti gli obiettivi annunciati e diventava nuovamente una delle case automobiliste più redditizie.
Sotto la sua guida, è nata l’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi che di fatto ha portato il colosso ai vertici del mercato: dal forte investimento nell’elettrico al tentativo di scalata di General Motors, l’operato di Ghosn ha reso indubbiamente giovamento al costruttore nipponico.
La produzione totale di autovetture e van di Nissan è quasi triplicata dal 2000 al 2017, passando da circa due a 5.8milioni: il tutto mentre Renault si attesta a 3.8milioni. L’acquistato supera l’acquirente, e non sono poche le voci di malumori all’interno del nuovo colosso da parte della fazione giapponese.
Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore in Francia, Cavaliere Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico e ulteriori onorificenze in Spagna e Marocco, sono testimonianze degli ottimi risultati ottenuti dall’ingegnere di origine libanese nel suo operato quasi ventennale.
Adesso, le dimissioni, atte a evitare un cambio dei pesi politici all’interno dell’Alleanza: voci accennano a un volere di Nissan nel vederlo ridistribuito a seguito dei risultati, e la poltrona di fatto vacante non giova alla casa d’oltralpe. A questo punto, per rimediare la situazione, dovrebbe venir oggi ufficializzato il cambio di deleghe.
La poltrona di
presidente sia della Régie che dell'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, sembra possa venir occupata da Jean-Dominique Senard (ex Ceo Michelin), mentre a rivestire il ruolo di nuovo amministratore delegato sarà Thierry Bollore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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