"Deve esserci un luogo in cui ci si guarda in faccia e si decide, sarebbe auspicabile insieme". Sul tavolo del leader di Confindustria Giorgio Squinzi ci sono i dossier che sta esaminando il governo. La riforma del mercato del lavoro, in primis, con la revisione dell'articolo 18. E l'ipotesi di far finire il Tfr in busta paga per ritoccare all'insù i salari dei lavoratori dipendenti. "È urgente lavorare insieme a grandi progetti Paese, servono grandi idee e tanta fiducia - è l'invito lanciato al premier Matteo Renzi - bisogna puntare su dieci idee, non di più". Dieci grandi progetti per rilanciare la crescita e ricreare la fiducia nel sistema Italia.
"Sappiamo che una legge malfatta i posti di lavoro può distruggerli o quantomeno impedire che l’investitore li costruisca. Ma non basta una legge a creare occupazione". Squinzi sprona Renzi ad andare "in una direzione che renda più facile creare il lavoro e meno costoso quello stabile e di qualità". Per farlo non può fermarsi alla riforma del mercato del lavoro. Il Jobs Act è solo l'inizio del cammino. E, soprattutto, questo cammino non può infrangersi contro il dibattito ideologico sull'articolo 18. Pur riconoscendo al governo di aver fatto passi "apprezzabili per determinazione e coraggio" sul mercato del lavoro, Squinzi invita Renzi a "non regalare l’ultimo miglio alla paura". E a chi "parla di noi come padroni" che vogliono "il lavoratore più debole e senza protezioni", il leader degli industriali replica invitandolo a fare "un corso di formazione nelle fabbriche". "Questo disegno di riforma sul contratto a tempo indeterminato e sulla flessibilità in entrata ed in uscita - spiega - reggerà solo se accompagnato da una innovazione altrettanto importante e coraggiosa degli ammortizzatori sociali e dei servizi per l’impiego, della formazione al lavoro e dell’orientamento".
L'abolizione dell'articolo 18 è sicuramente in cima ai desiderata della Confindustria. Lo stesso, invece, non può essere detto sull'ipotesi di anticipare il Tfr in busta paga. "L'unico reale beneficiario di questa operazione sarebbe il fisco - dice il presidente di Confindustria - oggi nulla che possa nuocere ulteriormente alle imprese è tollerabile". Per questo la risposta degli industriali non può che essere negativa. Parlando al Forum della piccola industria, Squinzi riconosce che ad oggi il dibattito politico è acceso su "questioni di vitale importanza per le imprese".
"Dalla soluzione che emergerà sapremo - avverte - se c’è un interesse nuovo della politica per l’impresa o se prevarranno i vecchi e maligni spiriti che si ostinano a dipingerci come ci descriveva la peggior letteratura del secolo scorso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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