Negli ultimi venti anni l'industria del risparmio gestito in Italia registra una forte crescita, passando da un patrimonio complessivo di 800 miliardi di euro ai 2.212 miliardi di euro (+176%) a fine 2022. Attualmente però, secondo l'analisi di Fundstore che ha elaborato i dati di Assogestioni. Per la piattaforma di fondi online di Banca Ifigest, guidata dall'ad Gianni Bizzarri (in foto), le società di gestione si trovano ad affrontare una situazione particolare a causa dell'incertezza economica globale.
I fattori che hanno portato a venti anni di crescita, secondo l'analisi, sono molteplici: un incremento della raccolta complessiva pari a 560 miliardi di euro, di cui 300 miliardi sottoscritti attraverso i fondi; l'andamento favorevole dei mercati finanziari nell'ultimo decennio, che con i tassi ai minimi hanno convinto molti risparmiatori a ricercare rendimenti migliori investendo in fondi, gestioni di portafoglio e polizze.
Non tutta la marcia verso la crescita è stata trionfale. Durante la crisi finanziaria il patrimonio è calato quasi del 30% rispetto al 2007 e la crisi del debito sovrano del 2011 lo ha ridotto di un ulteriore 20%. Il timore dei mercati per la fine delle politiche ultra accomodanti delle banche centrali, registrato nel 2018, e il ribasso post-Covid hanno però solamente rallentato una crescita costante che si è perpetuata nel corso degli anni.
Le società di gestione attualmente si trovano ora ad affrontare un contesto particolarmente complesso. Da una parte il forte rialzo dei tassi che deprime i prezzi delle obbligazioni e di conseguenza anche le performance della componente a reddito fisso di fondi e gestioni; dall'altra l'impennata dei prezzi al consumo invoglia le famiglie ad impiegare al meglio la liquidità nascosta che finirebbe per subire gli effetti corrosivi dell'inflazione. A tutto ciò si aggiunge, complicando lo scenario, l'elevata volatilità dei mercati e le tensioni geopolitiche.
Il 2023, infatti, è iniziato con un semestre da dimenticare con il risparmio gestito che ha visto una raccolta negativa per 17 miliardi. A pesare è la fuga degli istituzionali (circa -15 miliardi) che il retail pur positivo (+2,5 miliardi) non riesce a frenare. A partire da giugno però si è visto in lieve miglioramento con una raccolta negativa di minore entità rispetto al mese precedente, e che si è attestata a -1,18 miliardi euro dai -4,96 miliardi euro di maggio.
A guidare la graduatoria del risparmio gestito, secondo le statistiche elaborate da Assogestioni, è il gruppo Intesa Sanpaolo con 485 miliardi di euro di patrimonio, insidiata a pochi miliardi di scarto dal gruppo Generali.
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