Ryanair scommette sull'Italia. "Sarà nostro primo mercato"

Pronti fino a 4,5 miliardi, ma solo se il governo ci aiuta. "Ita? È troppo piccola, lavorerà per Lufthansa"

Ryanair scommette sull'Italia. "Sarà nostro primo mercato"

Forte di un modello industriale che il Covid ha attaccato ma non sconfitto, Michael O'Leary, padre padrone di Ryanair, rilancia sull'Italia e si dà obbiettivi molto ambiziosi nel nostro Paese. A cominciare da quello di far diventare quest'anno il nostro mercato il primo per la sua compagnia in termini di passeggeri trasportati, superando Spagna e Gran Bretagna». Nel mercato da e per Italia, va ricordato, da anni ormai Ryanair è il primo vettore, grazie anche alla lunga agonia di Alitalia che ha lasciato spazi a chi era in grado di appropriarsene. Così O'Leary ieri ha annunciato investimenti per portare «i passeggeri trasportati in Italia dai 40 milioni pre Covid a 50 milioni: ma potremmo ha indicato anche salire a 60 milioni». Ha annunciato per l'estate l'arrivo di 25 nuovi aerei basati nel nostro Paese, che porteranno la flotta da 67 a 92, e 17 nuove rotte da Roma, per un investimento di 2,5 miliardi di dollari (calcolato sul valore a listino delle macchine). «Ogni aereo dà lavoro direttamente a circa 50 persone mentre ogni milione di passeggeri aggiuntivo genera altri mille posti nell'indotto». «In Italia ha ricordato noi occupiamo direttamente quasi 4mila persone più oltre 40mila nell'indotto».

Ma dopo gli annunci, O'Leary, da uomo d'affari, passa alle richieste, rivolgendosi al governo, al quale chiede tre misure in particolare: abolire l'addizionale comunale per tre anni, togliere le restrizioni al traffico a Ciampino e sospendere le tasse ambientali sui voli a corto raggio nell'Ue; se accontentato, si dice pronto a investire altri 2 miliardi. O'Leary fa il liberista, ma trascura di ricordare quanto la sua crescita in Italia sia stata favorita dal sistema pubblico, a cominciare dagli enti locali.

E ha avuto anche parole un po' crude per Ita, la nuova compagnia statale italiana. A un'acquisizione «non ci penso proprio. È così piccola ora. Parla di far crescere la propria flotta da 60 a 80 aerei e anche oltre. Ma tutto questo è la sua previsione non succederà, per loro (Ita, ndr) è troppo tardi. E mentre loro parlano, noi siamo entrati nello spazio creato dalla scomparsa di Alitalia e facciamo crescere davvero la nostra presenza in Italia». In ogni caso «se provassimo ad acquistare Ita andremmo contro le regole sulla concorrenza». Poi si è spinto a guardare nella sfera di cristallo: «Quello che accadrà è che Lufthansa acquisterà Ita e tutto quello che farà sarà di trasportare passeggeri dall'Italia a Francoforte, Monaco e sarà un'altra sussidiaria come già Brussels, Swiss o Austrian». Ancora, provocatorio: «Siamo più presenti di Ita negli scali italiani. È Ryanair la vera compagnia di bandiera italiana: dobbiamo solo convincere il Papa a volare con noi».

Nei giorni scorsi il vettore low cost ha comunicato i dati del terzo trimestre dell'anno (al 31 dicembre): nel periodo la perdita è stata di 96 milioni di euro, decisamente meno rispetto ai 321 dello stesso periodo 2020.

Inoltre il traffico del trimestre ha segnato un rimbalzo del 286% passando da 8,1 milioni a 31,1 milioni e così si registra un deciso aumento dei ricavi, 1,47 miliardi rispetto ai 340 milioni del terzo trimestre dell'anno precedente. La previsione di traffico per l'anno rimane invariata a circa 100 milioni di passeggeri, mentre quella di perdita netta resta nel range più ampio del normale di 250 milioni a 450 milioni.

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