Sliding door ai vertici di alcune delle maggiori banche europee, italiane in testa. Oggi inizia, infatti, una settimana che potrebbe essere cruciale per disegnare i futuri assetti di comando: gli occhi della Borsa restano puntati su Unicredit e Monte Paschi. Jean Pierre Mustier, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe infatti annunciare a stretto giro l'addio al gruppo di Piazza Gae Aulenti. Il top manager, alla guida di Unicredit dall'estate del 2016, è dato in arrivo al timone di Hsbc dopo le dimissioni di John Flint dello scorso agosto. Secondo la stampa anglosassone Mustier sarebbe preferito rispetto a Noel Quinn, che guida ad interim il big finanziario anglo-asiatico e, pochi giorni fa, ha annunciato il taglio di 35mila posti di lavoro all'interno di un piano di ristrutturazione triennale.
Mustier, ex militante nella legione straniera, sarebbe il primo manager esterno a ricoprire il ruolo di vertice nella storia di Hsbc. Determinanti, per la scelta di Mustier, sarebbero stati i risultati ottenuti nel rilancio di Unicredit. Un rilancio corredato da una forte «dieta» sul fronte dei costi e dalla cessione di alcuni asset non più strategici.
Da Piazza Gae Aulenti, comunque, tutto tace sulla scelta di Mustier. Non manca poi chi fa notare come Hsbc possa proseguire ancora, senza fretta, con una guida ad interim in attesa di scegliere il manager alla guida del piano industriale. Allo stesso tempo, altro osservatori evidenziano come Mustier solo tre mesi fa abbia presentato un importante piano triennale per Unicredit, apprezzato dagli investitori. In ogni caso anche se Mustier lasciasse, ci sarebbe un periodo di passaggio durante il quale il banchiere affiancherebbe il suo successore.
Ma il giro delle poltrone dei banchieri non si limita a Milano. Entro il 12 marzo si conoscerà infatti il successore di Marco Morelli al Monte dei Paschi. Il banchiere, al vertice dell'istituto senese dal settembre 2016, ha già informato il Tesoro (a cui fa capo il 68%) di non essere disponibile al rinnovo dell'incarico in scadenza con l'assemblea di bilancio in agenda il 6 aprile. A giudizio di Equita si tratta di una notizia negativa per l'istituto senese perché la conferma di Morelli «avrebbe garantito un minor rischio d'esecuzione del piano di rilancio del gruppo». Un piano lungo, articolato e il cui esito è tutt'altro che scontato anche se l'atteso ok della Bce alla cessione di 9,2 miliardi di crediti deteriorati lordi ad Amco al 29-30% del nominale, dovrebbe spianare la strada verso il riassetto di Mps. Ancora incerta invece la posizione di Stefania Bariatti, presidente del Monte. Nel toto nomine per Siena circolano i nomi di Marina Natale (ad di Amco), Fabio Innocenzi (ex commissario in Carige), Fabio Gallia (ex Cdp) e Fabrizio Viola (ex ad di Mps dal 2012 al 2016 e in uscita dalla guida di Depobank di cui sarebbe vicina la cessione a Farmafactoring), Mauro Selvetti (ex Creval), Albert Minali (dopo l'addio a Cattolica), Francesco Caio (ex numero uno Poste Italiane).
L'offerta pubblica di scambio (Ops) da 4,9 miliardi formulata da Intesa Sanpaolo la scorsa settimana per conquistare Ubi Banca, se andrà a buon fine potrebbe poi riportare nel valzer delle poltrone bancarie altri nomi di peso, nonostante Ca' de Sass abbia già detto di tenere aperte le proprie porte a management e dipendenti dell'istituto lombardo.
Grandi manovre in corso anche oltre
frontiera. Thomas Gottstein è approdato recentemente al vertice di Credit Suisse al posto del dimissionario Tidjane Thiam. Ralph Hamers, ora numero uno di Ing, sostituirà invece da novembre Sergio Ermotti al vertice di Ubs.
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