Veto nell'acciaio a stelle e strisce. Il presidente americano uscente, Joe Biden, ha stoppato l'acquisto per 15 miliardi di dollari della Us Steel da parte della giapponese Nippon Steel. Una decisione di natura protezionista e nazionalista, in linea con i principi del prossimo presidente entrante Donald Trump, che suona però alla fine come un mezzo autogol.
Il mai nato gigante dell'acciaio che ne sarebbe derivato avrebbe infatti dato del filo da torcere sul piano commerciale al colosso cinese Baowu Steel, il primo gruppo al mondo. E ora si fa sempre più concreto il rischio che questa decisione comprometta le relazioni tra Washington e Tokyo.
Nel dicembre 2023, Nippon Steel, il quarto produttore mondiale di acciaio, aveva raggiunto un accordo per acquisire US Steel, ma l'operazione ha incontrato l'opposizione del sindacato United Steelworkers (Usw), preoccupato per la perdita di posti di lavoro, e del presidente Biden, il quale ha promesso che US Steel sarebbe rimasta di proprietà americana.
«Per troppo tempo - aveva dichiarato Biden - le aziende siderurgiche statunitensi hanno dovuto affrontare pratiche commerciali sleali, con aziende straniere che hanno riversato acciaio sui mercati globali a prezzi artificialmente bassi, portando a perdita di posti di lavoro e chiusura di fabbriche in America. Ho preso provvedimenti decisivi per competere alla pari per i lavoratori e i produttori di acciaio statunitensi, triplicando i dazi sulle importazioni di acciaio dalla Cina».
Una posizione condivisa anche dal presidente entrante Trump, che in un post alcune settimane dopo la vittoria di novembre aveva dichiarato: «Sono totalmente contrario all'acquisto della grande e potente US Steel da parte di una società straniera». Come presidente, ha sottolineato Trump, «impedirò che questo accordo si realizzi», promettendo poi di rendere US Steel «forte e di nuovo grande» attraverso l'uso di incentivi fiscali e dazi.
Per dissipare i timori, Nippon Steel aveva promesso di non licenziare e di investire miliardi di dollari negli impianti e nelle attività di ricerca e sviluppo della controparte americana. Ma non è bastato. Di fatto, la partnership con Nippon Steel avrebbe rafforzato l'industria siderurgica americana, sostenendo posti di lavoro e migliorando la competitività e la resilienza dell'industria siderurgica statunitense nei confronti della Cina. La combinazione fra Us Steel e Nippon Steel avrebbe creato, infatti, il secondo colosso per capacità produttiva (85 milioni di tonnellate di acciaio) dopo la cinese Baowu Steel Group e prima di ArcelorMittal.
Ora, in mancanza di un cavaliere bianco, il mancato accordo potrebbe comportare la chiusura di alcuni stabilimenti in Usa. E dare il la a una dura battaglia legale: Nippon Steel ha annunciato che farà causa al governo degli Stati uniti per contestare lo stop all'operazione.
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