La scure europea pende su Apple. Rischia supermulta da 38 miliardi

La sanzione per l'App Store può arrivare al 10% dei ricavi. Cupertino: "Abbiamo già rimediato"

La scure europea pende su Apple. Rischia supermulta da 38 miliardi
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La Commissione Europea entra a gamba tesa su Apple. Nel mirino di Bruxelles sono finite le regole dell'App Store che violano le nuove regole della concorrenza digitale, il Digital Markets Act (Dma). Impedendo agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente i consumatori verso servizi più economici. I risultati preliminari della Commissione europea, comunicati ieri al colosso di Cupertino, derivano da un'indagine avviata lo scorso marzo e dalla quale emerge che nell'App Store viene impedito agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente i consumatori verso canali alternativi (e più economici) per offerte e contenuti.

Se giudicata colpevole, la società guidata da Tim Cook rischia sanzioni fino al 10% dei suoi ricavi globali, ossia massimi 38 miliardi di dollari se si considerano l'ultimo esercizio (nel 2023 i ricavi sono stati di 383 miliardi di dollari). Nella nota della Commissione Europea si specifica che la sanzione può lievitare fino al 20% del fatturato globale in caso di recidiva.

Apple è la prima big tech ad essere accusata sulla base del Dma, entrato in vigore a marzo proprio con l'intento di regolamentare in maniera stringente l'operato dei colossi tecnologici. A marzo l'Unione Europea aveva preannunciato l'avvio di indagini su Apple, Alphabet (casa madre di Google) e Meta (Facebook) in quanto sospettate di infrangere la nuova direttiva.

Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, ha lanciato una stoccata giocando sullo storico slogan di Apple («think different») dichiarando che il nuovo claim di Apple dovrebbe essere «agire diversamente». «Fatto salvo il diritto di difesa di Apple, siamo determinati a utilizzare fino in fondo gli strumenti Dma chiari ed efficaci per aprire finalmente opportunità reali per gli innovatori e per i consumatori».

Apple avrà tempo fino a marzo 2025 per rispondere alle accuse avanzate dall'Ue e cercare di evitare che la maxi-multa si concretizzi. Dal quartier generale di Cupertino hanno già dato una prima risposta, rimarcando di aver già apportato in questi mesi una serie di modifiche per conformarsi al Dma in risposta al feedback degli sviluppatori e della Commissione Europea.

«Siamo fiduciosi che il nostro piano sia conforme alla legge e stimiamo che oltre il 99% degli sviluppatori pagherebbe ad Apple commissioni uguali o inferiori in base ai nuovi termini commerciali che abbiamo creato», si legge nella nota ufficiale della Mela in risposta a Bruxelles.

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