"È un momento delicato, di grandissima confusione. Soprattutto per noi, che siamo abituati a un'organizzazione aziendale impeccabile", spiega il rivdenditore Volkswagen, mostrando il testo di una mail in cui si può leggere la risposta evasiva alle continue richieste di chiarimenti rivolte dal concessionario alla direzione della rete vendite.
"Fino a prima dello scandalo eravamo un'azienda modello: tempi di risposta rapidissimi, assistenza costante, piena collaborazione fra tutti i livelli aziendali, dai vertici all'ultimo dei venditori. Oggi, e ormai sono giorni che siamo esposti alle proteste della clientela, siamo improvvisamente senza rete", racconta, indicando una lunga lista di reclami e richieste di chiarimenti da parte della clientela.
E quando non si hanno informazioni sufficienti a disposizione si alimenta inevitabilmente la confusione che, spiega il manager, sta facendo sviluppare "una sorta di psicosi": "Come è logico, nell'ultima settimana nessuno ha chiesto un preventivo e ci sono state decine e decine di disdette di contratti già firmati per i nuovi ordini".
Il problema principale, oggi, è la gestione dei rapporti con la clientela storica, quella che nel marchio Volkswagen "ha sempre creduto ciecamente". E non tutti i clienti sono uguali. "Ci sono quelli più educati, che sono disorientati ma rispettano il nostro lavoro.
E ci sono quelli che diventano aggressivi, arrivando perfino alle minacce personali". "A tutti però", conclude il direttore vendite prima di chiudere con gentilezza la conversazione, "noi non sappiamo cosa dire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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