Spazio, Leonardo all'Antitrust Ue. Ma a pagare sono le pmi italiane

L'asse con Airbus e Thales

Spazio, Leonardo all'Antitrust Ue. Ma a pagare sono le pmi italiane
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Il big europeo dello Spazio che potrebbe nascere dall'integrazione delle attività stellari di Airbus, Thales e Leonardo rischia di rimanere a terra. E di far fare all'Italia, con Leonardo, la «stampella» dei francesi, almeno finanziariamente.

Il progetto dei tre player - che oggi si presenteranno alla vicepresidente esecutiva della Commissione Ue Teresa Ribera, che è anche responsabile dell'Antitrust europea - nasce in salita per molte ragioni. Una su tutte, le difficoltà economiche in cui versa, ad esempio, la divisione spaziale di Airbus. Leonardo e Thales - guidate dai ceo Roberto Cingolani (nella foto) e Patrice Caine - sono già alleate nelle attività spaziali attraverso Telespazio e Thales Alenia Space, mentre Airbus - guidata dal ceo Guillaume Faury - ha in corso un piano di riorganizzazione per l'andamento negativo del business dei satelliti per le comunicazioni.

Guardando ai numeri, la situazione di complica. Nel 2024, il settore spaziale di Airbus ha affrontato significative difficoltà: Airbus Defence and Space ha registrato un ebit adjusted (utile operativo rettificato) di -566 milioni, in netto peggioramento rispetto ai 229 milioni del 2023, dopo 1,3 miliardi di oneri finanziari nel settore spazio e una revisione dei programmi. Quanto a Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Alenia (33%), se i conti 2024 sono in crescita, preoccupa il piano della capogruppo che prevede la soppressione di 1.237 posti di lavoro in Europa tra gli 8.600 dipendenti della sua filiale spaziale Thales Alenia Space (Tas).

Fare massa critica, si potrebbe obiettare, potrebbe aiutare. Ma l'Italia, su questo fronte può correre da sola e, come anticipato da il Giornale, il progetto spaziale che sarà presentato oggi alla commissaria Ue rischia di compromettere il sistema italiano delle pmi - circa 400 imprese per 3 miliardi di fatturato - marginalizzando, e cancellando, il cuore della filiera spaziale nazionale.

Una fusione su scala così ampia potrebbe creare un attore dominante

che lascerebbe a secco di commesse tutto il comparto. Un salto dimensionale in cui l'Italia andrebbe dunque a perdere sotto diversi punti di vista, compreso il reale governo che Leonardo potrà avere con due player francesi.

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