Stellantis ha raggiunto un'intesa con i sindacati metalmeccanici su un pacchetto di incentivi e un percorso di ricollocazione attiva per 1.820 uscite volontarie, circa il 3,7% de 49mila dipendenti attualmente in organico negli stabilimenti italiani. L'accordo è andato bene a Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr. Ma non alla Fiom, che si è rifiutata di firmare.
L'azienda attraversa un periodo non facile: la Fim-Cisl ha stimato 220mila auto prodotte in meno dal gruppo nel 2022, soprattutto a causa della carenza di semiconduttori. E di certo non aiuta la prospettiva, emersa in ambito Ue, di una conversione totale all'elettrico per il 2035. Per la Fiom, però, una limatura degli organici non è accettabile nei termini proposti. «Nel giro di un anno esatto con queste ulteriori 600 uscite dagli Enti Centrali di Torino arriviamo a un totale di 1.400 solo nelle strutture impiegatizie e a ben 2.900 su tutta l'area di Mirafiori», spiegano Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino e Gianni Mannori, responsable Fiom di Mirafiori. «È evidente che l'attuale strategia dell'azienda sia quella di svuotare il più possibile Mirafiori». Per la Fiom, si tratterebbe di un segnale doppiamente negativo perché significa meno occupazione e l'uscita di persone attualmente impegnate nello sviluppo dei prodotti. Per questo chiede un incontro con il Ceo Carlos Tavares e un nuovo progetto di rilancio per Mirafiori.
Per i sindacati firmatari, tuttavia, l'accordo raggiunto è tutt'altro che una sciagura. «Permetterà di adeguare gli organici in modo socialmente responsabile prevedendo un concreto ed innovativo strumento di ricollocazione attiva, ad esclusiva adesione volontaria, che auspichiamo possa dare risultati concreti», è il loro commento.
Le uscite, infatti, avverranno sulla base della non opposizione alla risoluzione del rapporto di lavoro, nelle unità e mansioni laddove sia stata rilevata un'eccedenza di personale. Per chi può raggiungere la pensione entro 48 mesi, gli incentivi saranno tali da garantire per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di Naspi (l'indennità di disoccupazione, ndr), il 90% della retribuzione e per i restanti 24 mesi il 70% della retribuzione più un importo pari ai contributi volontari da versare. Per gli operai che non raggiungono la pensione, invece, l'incentivo sarà di 24 mensilità e comunque non inferiore a 55.000 euro, a cui vanno aggiunti 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.
Gli impiegati e i quadri che non raggiungono la pensione, invece, avranno un incentivo in base all'età: per chi ha almeno 50 anni, 24 mensilità per un importo comunque non inferiore a 55.000 euro.
A coloro compresi tra 45 e 49 anni sono offerte 18 mensilità; tra 40 e 44 anni, 12 mensilità. Mentre per chi ha meno di 40 anni si prevedono 6 mensilità, con l'ulteriore incentivo di 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.
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