Stellantis nella morsa delle proteste: in Italia, per la mobilitazione (ultima di tante) proclamata dai sindacati dopo l'ennesimo nulla di fatto sulla Gigafactory di Termoli, in Molise, che ha costretto il ministro Adolfo Urso a dirottare altrove il fondo Pnrr di 400 milioni; negli Usa, per lo sciopero generale alle porte a causa delle crescenti tensioni con il sindacato United Auto Workers. È lo stesso leader Uaw, Shawn Fain, a scaldare gli animi contro la tattica adottata negli Usa dall'ad Carlos Tavares (in foto).
Il sindacato accusa infatti Stellantis di non aver rispettato le garanzie fornite durante l'accordo sindacale siglato l'anno scorso. «Siamo al 100% nel nostro diritto e nel nostro potere di intraprendere un'azione di sciopero, se necessario. L'azienda è tenuta a mantenere le promesse fatte», l'avvertimento di Fain.
All'Uaw non piace la strategia adottata da Tavares che prevede, tra le altre cose, lo spostamento della produzione di Dodge Durango dal Detroit Assembly Complex-Jefferson al Windsor Assembly Plant in Ontario (Canada). Mossa che determinerebbe l'eliminazione di numerosi posti di lavoro, in violazione - secondo il sindacato - degli accordi contrattuali.
Solo pochi giorni fa, a salire sull'Aventino era stata anche la rete di concessionari che aveva denunciato il «rapido degrado dei marchi Usa di Stellantis» a causa di «decisioni a breve che hanno aumentato i profitti del gruppo e il compenso dell'ad Tavares».
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