
Il governo italiano passa al contrattacco e dopo il caso Sala ha ritirato il sostegno all'amministratore delegato di StM, Jean-Marc Chery, e al suo team di dirigenti. «La posizione dell'azionista italiano è chiarissima. Ed è testimoniato dalla dirigenza stessa che ha venduto le azioni di StM il giorno prima di annunciare risultati negativi. Condividiamo il giudizio che si sono autodati gli interessati e il comportamento dell'azionista italiano d'ora in poi sarà, diciamo, di critica e opposizione a questa dirigenza», ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di ieri.
La dichiarazione ha confermato direttamente quanto trapelato all'indomani dell'affronto francese arrivato nero su bianco al Mef: una lettera - anticipata dal Giornale - in cui la corrente politica vicina all'attuale Ceo del gruppo rispediva al mittente la candidatura di Marcello Sala al consiglio di amministrazione in sostituzione di Maurizio Tamagnini. Un fatto definito «incomprensibile, gravissimo e inaccettabile». L'ennesimo colpo basso nei confronti dell'Italia e di una gestione da mesi sbilanciata verso Parigi a cui Giorgetti ha deciso di rispondere di conseguenza. L'azzeramento dei vertici è a questo punto il minimo sindacale per poter ritrovare un equilibrio e un'armonia tra i soci dell'azienda franco-italiana produttrice di chip che ieri ha perso il 3% in Borsa e, da inizio anno, ha lasciato sul terreno il 30% circa complice una gestione, che anche sul piano industriale e della gestione del personale è molto discussa. Prova ne sono il dimezzamento del valore del titolo nel 2024, il forte calo (-23%) dei ricavi e gli annunciati tagli a personale e produzione in Italia. Per non parlare della disastrosa class action in corso negli Stati Uniti, con StM accusata di aver rilasciato delle dichiarazioni fuorvianti sui propri risultati economici, avendo nascosto il peggioramento del mercato dei semiconduttori.
Chery, peraltro, viene accusato nella class action anche di aver sfruttato il rigonfiamento artificiale dei risultati di StM e, di conseguenza, del titolo per guadagnare personalmente dalla vendita di azioni. Circostanza citata direttamente dal titolare del Tesoro.
Un quadro complessivo che il Mef non può ignorare, tanto più ora che il Consiglio di sorveglianza è uscito allo scoperto ritenendo Sala (direttore generale del ministero dell'Economia) inadatto al ruolo di consigliere per le critiche mosse alla gestione di Chery. Un semaforo rosso senza precedenti che ha alzato la tensione ai massimi livelli nella guerra fredda in corso ormai tra i due Paesi, distanti sulla gestione del gruppo dei chip pariteticamente controllato con il 27,5% da Roma e Parigi. Una garanzia sulla governance che evidentemente non basta e dovrà essere in qualche modo aggiustata.
I nuovi eventuali vertici dovranno poi rimediare alla situazione finanziaria in cui si trova il gruppo. StM ha chiuso il quarto trimestre 2024 con ricavi per 3,32 miliardi di dollari, in calo del 22,4% annuo rispetto ai 4,28 miliardi e con utile crollato a 341 milioni di dollari (-68,3%).
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