Stm, l'arrocco di Parigi ci regala 2.800 esuberi

Tavolo di crisi al Mimit: salvi per ora i siti italiani. Ma il cds a trazione francese dà fiducia a Chery

Stm, l'arrocco di Parigi ci regala 2.800 esuberi
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Nel pieno della bufera politica tra Italia e Francia sulla governance di StM, il cds del gruppo dei chip torna a ribadire la fiducia all'ad Jean-Marc Chery e in occasione dell'incontro al Mimit sul piano industriale garantisce che «nessuno degli attuali siti di StM in Italia e nel mondo, verrà chiuso e ciascuno continuerà ad avere un ruolo e una missione specifica». In base alle proiezioni attuali, il programma prevede che fino a 2.800 persone, a livello globale, lascino l'azienda tra 2026 e 2027 su base volontaria, oltre al turnover naturale. StM procederà, poi, a una sorta di riequilibrio tra gli investimenti in Italia e Francia: «L'Italia gioca un ruolo chiave nella strategia globale di StM, sia per la ricerca e sviluppo, che per la produzione», ha garantito il gruppo. Basterà per mettere pace tra Parigi e Roma dopo il caso Sala e la dichiarata sfiducia del Mef all'attuale ad Chery?

Dopo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ieri a parlare è il ministro delle Imprese Adolfo Urso (in foto): «Sappiamo che vi sono stati degli errori sui prodotti da sviluppare, forse dovuti anche agli evidenti squilibri nella governance, ma noi siamo per confrontarci e determinare il piano Italia di StM», ha detto il ministro ribadendo la volontà del governo di «riportare il nostro Paese al centro dello sviluppo industriale della multinazionale». Urso ha poi chiamato in causa problemi di mercato, dovuti anche al crollo dell'industria dell'auto per le folli regole del Green Deal su cui l'azienda aveva puntato molto.

Intanto, sempre ieri, il consiglio di sorveglianza ha rinnovato il supporto ai vertici dopo la sfiducia del Mef. Con un comunicato, il consiglio conferma «il suo rinnovato supporto a Jean-Marc Chery, Lorenzo Grandi e i manager, soprattutto nella capacità di eseguire la trasformazione in tempi difficili per l'industria dei semiconduttori».

Rispedite al mittente anche quelle che il consiglio definisce «false accuse su transazioni personali compiute dai due membri del consiglio di gestione della società alla vigilia dell'annuncio dei risultati» così come le preoccupazioni la class action in corso: il consiglio ha rivisto i processi e ritiene che la società abbia solide argomentazioni legali contro le accuse», si legge.

Tornando al piano, il consiglio «ha approvato all'unanimità i dettagli di un programma aziendale per ridisegnare la struttura manifatturiera della società,

accelerando la capacità produttiva». Scettici i sindacati. «Tutti i nostri dubbi non sono stati fugati perché la rappresentazione del piano è stata molto generica, e poco puntuale», ha detto il segretario Uilm, Rocco Palombella.

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