Irpef, il governo fa solo guai: ecco le categorie penalizzate

L'attuale meccanismo Irpef crea una specie di quoziente familiare al contrario. Un meccanismo che penalizza pensionati e autonomi al crescere dei familiari che hanno a carico

Irpef, il governo fa solo guai: ecco le categorie penalizzate

Altro che una curva Irpef capace di garantire la progressività dell'imposta, come previsto dalla Costituzione; il fisco sui redditi è una sorta di lotteria quasi del tutto irrazionale e impossibile da capire.

Lo spiega nel dettaglio Il Sole 24 Ore, che mette in evidenza alcuni esempi capaci di chiarire le enormi storture dell'aliquota effettiva, cioè la quota di reddito lordo che lo Stato (ed enti locali) chiedono per "funzionare".

A questo proposito, le autorità fiscali fanno valere i 20mila euro di reddito di un professionista, o più in generale di un lavoratore autonomo, molto più dello stesso ammontare di reddito guadagnato invece da un lavoratore dipendente. La differenza, in questo caso specifico, è di ben 106 volte.

Ma non è finita qui, perché anche i 20mila euro ricevuti da un pensionato, agli occhi del fisco, hanno un altro tipo di valore: valgono il 20% in meno di quelli percepiti dall'autonomo ma pesano 84 volte in più rispetto a quelli del dipendente.

Scendendo nel dettaglio, l'Irpef chiede a un dipendente con reddito annuale pari a 20mila euro e due figli a carico l'ammontare di 16,8 euro, con un'aliquota dello 0,1%, ma ne pretende 1.421 dal pensionato e addirittura 1.786 dall'autonomo.

Il Mef ha dunque intenzione di attuare alcune riforme per cercare quanto meno di smussare gli angoli più acuti. Il problema è sempre il solito: le divisioni all'interno del governo giallorosso. Il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, chiede di “ripartire da zero” cancellando quasi del tutto l'attuale sistema di aliquote, regimi speciali e detrazioni; il Pd vorrebbe invece ridurre le aliquote mentre il Movimento 5 Stelle spinge per un sistema a tre scaglioni con coefficiente familiare.

Le bizzarrie dell'Irpef

Tornando alle storture dell'aliquota effettiva, è bene notare come queste bizzarrie aumentino con il crescere del numero di familiari a carico.

E così a un contribuente con reddito annuo pari a 25mila euro e senza familiari a carico, il fisco chiede il 15,3% nel caso in cui sia un lavoratore dipendente. Ma se il reddito deriva da pensione, l'asticella si alza al 20,7%. Con un coniuge a carico si passa dal 12,6% del dipendente al 17,9% del pensionato (l'autonomo è ancorato al 15% della flat tax).

Con due figli, il nostro esempio fa ben vedere la voragine che si viene a creare. L'aliquota ammonta al 6,7% per il dipendente, al 12,1% per il pensionato e al 13,3% per l'autonomo.

Il problema principale è che, oltre alle mille variabili da prendere in considerazione, si viene a creare una specie di quoziente familiare al contrario; un meccanismo che penalizza pensionati e autonomi al crescere dei familiari che hanno a carico.

Un altra assurdità tra i numerosi paradossi è quella relativa allo

scalone che si crea tra gli autonomi dal forfait, il quale produce una "trappola" che fa evaporare 5.900 euro di reddito disponibili a coloro che dovessero dichiarare un solo euro in più rispetto alla soglia dei 65mila euro.

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