"Taglio del cuneo e riforma Irpef hanno aiutato le famiglie deboli"

Via Nazionale approva le politiche fiscali di Giorgetti, ma avverte sulla necessità di trovare le risorse per confermare tutte le misure

"Taglio del cuneo e riforma Irpef hanno aiutato le famiglie deboli"
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Il taglio del cuneo fiscale, la riforma Irpef e gli sgravi contributivi per le madri lavoratrici determinano «un incremento del reddito disponibile familiare rispetto alla legislazione previgente dell'1,5% in media nel 2024». È quanto emerge dalla Relazione annuale della Banca d'Italia, pubblicata contestualmente alle Considerazioni finali del governatore Panetta. «Quasi il 75% delle famiglie beneficia di un incremento del reddito disponibile superiore all'1%», ma le variazioni maggiori (fino al 2,4%) riguardano soprattutto le famiglie con redditi medio bassi. La misura principale della legge di Bilancio 2024 è, dunque, valutata positivamente da Via Nazionale in quanto determina «una lieve riduzione della disuguaglianza dei redditi disponibili equivalenti (l'indice di Gini diminuisce di 0,3 punti percentuali)». Ci sono, però, due caveat: il primo è individuare «coperture di entità adeguata» per l'anno prossimo (nel 2024 l'intervento è stato in deficit) e, soprattutto, monitorare eventuali squilibri del sistema previdenziale in quanto è lo Stato che, in questi casi, copre il minor gettito contributivo.

Un'altra fotografia scattata da Bankitalia riguarda la ricchezza delle famiglie: lo scorso anno i depositi hanno perso quasi 50 miliardi (49,8) attestandosi al 24,5% del totale delle attività e passività delle famiglie. In tutto 1.379,2 miliardi. I titoli obbligazionari pubblici sono aumentati di 113,7 miliardi a quota 269,5 miliardi e rappresentano il 4,8% della ricchezza delle famiglie, segno che Btp Valore e Btp Italia come altre emissioni per i piccoli risparmiatori hanno avuto successo. Alla fine del 2023 la casa rappresentava comunque i tre quarti della ricchezza delle famiglie meno agiate, prosegue la Banca d'Italia. Si tratta di «una quota relativamente elevata nel confronto europeo, mentre gli strumenti finanziari più liquidi (depositi e obbligazioni) ne costituivano il 17 per cento». Palazzo Koch si interroga anche sull'efficacia dei bonus edilizi (e un poì anche sulla direttiva case green) visto che la maggior parte degli immobili è in classe F o G e raggiungere quelle più elevate è costoso. «Nel disegno di queste misure andrebbero considerati fattori quali l'entità del miglioramento atteso delle prestazioni energetiche e la condizione economica dei beneficiari», si legge. Più differenziato il patrimonio del 10% delle famiglie più ricche: circa un terzo della ricchezza lorda era costituito da immobili residenziali e poco più del 40% da strumenti finanziari rischiosi.

Nella Relazione non manca un box dedicato agli eurobond sollecitati dal governatore nelle Considerazioni. Gli analisti di Bankitalia stimano emissioni congiunte di obbligazioni in luogo di quelle nazionali di strumenti del tipo Sjg (Several but joint guarantees in cui i Paesi sono responsabili in solido del default di uno di essi). Se la loro liquidità fosse elevata, lo spread con il Bund (vero titolo europeo a rischio zero) si ridurrebbe a 20 punti base. Bankitalia simula anche un modello che premi Germania e Olanda per la partecipazione a emissioni più care di quelle loro effettuate.

Ebbene, in base alle stime ottenute dal modello per l'ultimo trimestre del 2023, se circa il 5% del debito pubblico di Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna fosse stato finanziato da eurobond redistribuiti in base al Pil, si sarebbe ottenuto un risparmio sul costo del debito per ciascun paese di circa 40 punti base. Insomma, converrebbe a tutti.

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