Tassi, falchi Bce in trincea ma il taglio è in cammino

Knot (Olanda): "Per ridurre voglio vedere altri dati"

Tassi, falchi Bce in trincea ma il taglio è in cammino
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Ormai convinti da una parte, ancora titubanti dall'altra. Federal Reserve e Bce non sembrano ancora strette in una sorta di «embrassons nous», nonostante il capo della Fed, Jerome Powell, abbia sdoganato venerdì scorso, in quel di Jackson Hole, un taglio dei tassi in settembre. L'allentamento previsto da Washington rende più agevole una mossa analoga da parte di Francoforte, poiché sarebbe neutra sotto il profilo valutario. La strada sembra segnata. Ma il fronte dei falchi non molla. Con l'obiettivo di non dare per scontato l'esito della riunione del prossimo 12 settembre.

Già nei giorni scorsi si era avuto il netto sentore che i guardiani dell'inflazione intendono mantenere alta la guardia. Il governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, aveva addirittura ventilato un nulla di fatto nel prossimo vertice, mentre dal capo-economista dell'Eurotower, Philip Lane, era arrivato l'ammonimento a non considerare ancora garantito il raggiungimento del target di inflazione al 2%. Ieri il governatore della banca centrale olandese ha rimesso sul piatto il disco preferito da Christine Lagarde: «Devo aspettare di avere tutti i dati e le informazioni prima di quella riunione per decidere la mia posizione su settembre - ha detto - . E dovrò fare lo stesso anche a ottobre e dicembre».

Con le dinamiche salariali che non costituiscono più una minaccia, assume un'importanza ancora maggiore il dato sui prezzi al consumo in agosto, che sarà reso noto venerdì prossimo. Le attese sono per un ridimensionamento del carovita dal 2,6% di luglio al 2,3% che, se confermato, potrebbe rendere più malleabile in settembre l'ala intransigente del board. Anche alla luce del progressivo deterioramento congiunturale nell'eurozona che vede la Germania in prima fila in seguito a un nuovo peggioramento dell'indice di fiducia delle imprese (86,6 punti questo mese dai precedenti 87).

Se l'inflazione si avvicinasse all'obiettivo previsto dal mandato, per la Bce sarebbe complicato giustificare in settembre il mantenimento dello status quo. Inoltre, le spaccature all'interno del consiglio, già emerse a tutto tondo lo scorso maggio, rischierebbero di diventare ancora più profonde. In momenti così delicati servirebbe invece il massimo della coesione e dell'unità d'intenti.

I mercati aspettano, confidando ancora in tre tagli dei tassi entro dicembre. Ma tengono d'occhio anche la situazione di ingovernabilità della Francia che, se non risolta, potrebbe creare tensioni sui bond sovrani costringendo Francoforte ad ammorbidire in fretta e furia la politica monetaria.

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