Tavares vede il capolinea. Elkann lo vuole cambiare

Deludono le vendite negli Stati Uniti. Parte il totonomine con la terna Imparato-Jackson-Filosa. L'opzione De Meo

Tavares vede il capolinea. Elkann lo vuole cambiare
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Al mercato è piaciuta l'idea che il presidente di Stellantis, John Elkann, abbia seppur indirettamente fatto partire il count down che vedrà, a inizio 2026, scadere il contratto dell'ad Carlos Tavares. Il titolo, ieri, ha infatti guadagnato l'1,5% sfiorando 14 euro. La ricerca del successore del top manager portoghese è dunque iniziata, come riporta Bloomberg. Di fatto, il presidente Elkann, tra l'altro alle prese con serie vicende familiari e legali, risulterebbe sempre più insoddisfatto del modo con cui Tavares ha condotto il business negli Usa, mercato centrale per il gruppo: vendite giù, giacenze elevate, dirigenti che hanno lasciato, tagli nelle fabbriche, concessionari e sindacato Uaw sul piede di guerra, marchi a rischio (Chrysler e Dodge). E così il 9 e 10 ottobre prossimi il cda di Stellantis si riunirà proprio negli Usa per fare il punto.

Secondo Bloomberg la leadership di Tavares non sarebbe ora in discussione e lo stesso portoghese sarebbe coinvolto nella ricerca del futuro ad. Gli osservatori più attenti, comunque, dietro questa indiscrezione vedono un segnale di sfiducia da parte di Elkann (e non solo) verso Tavares, considerato anche il malcontento sul suo operato in Italia, ma anche in Francia. «Tavares sarà un bravo pilota di auto da corsa - dice chi lo conosce - ma il gruppo si trova in una situazione complessa. Non c'è chiarezza sui suoi piani tra affermazioni e dietrofront». Non è un caso, poi, che a far filtrare il tutto sia stata proprio l'agenzia Bloomberg la cui proprietà omonima è da sempre molto legata alla famiglia Elkann-Agnelli e non a rischio di smentite.

Immancabile, a questo punto, il via al toto-successore. Una soluzione interna? Perché no, secondo sempre alcune fonti. Tre i candidati in cima alla lista: l'italo-francese Jean-Philippe Imparato, attuale capo di Alfa Romeo, con importanti esperienze mondiali in Psa, Peugeot e anche nella joint venture con la cinese Dongfeng. Il manager, inoltre, è imparentato con i Peugeot. Ci sarebbe poi Linda Jackson, britannica, al volante di Peugeot dopo aver guidato a lungo Citroën. Altra opzione interna potrebbe riguardare Antonio Filosa, napoletano, il più giovane, a capo di Jeep, ex responsabile di Stellantis per il Sud America.

Ma si guarda, logicamente, anche oltre la galassia Stellantis. E il primo nome che salta fuori è quello di Luca De Meo, formatosi nell'ex Fiat, attuale apprezzato numero uno di Renault. Dalla sua, Fiat a parte dove è cresciuto sotto l'ala di Sergio Marchionne, gli importanti ruoli in Toyota e nel gruppo Volkswagen (direttore marketing, membro del cda di Audi e dei cds di Ducati e Lamborghini, per chiudere al vertice di Seat). Ma se gli venisse chiesto, De Meo lascerebbe Renault? C'è chi scommette che la discussione potrebbe portare alla fusione Stellantis-Renault di cui si è già parlato. In quel caso, si creerebbero in Europa due grandi poli da opporre alla potenza cinese: tedesco e franco-italiano (da capire le reazioni di Nissan e Mitsubishi). Altri nomi ipotizzati, ma molto lontani: Alfredo Altavilla, già braccio destro di Marchionne e con il quale Elkann ha ricucito il rapporto (il manager, però, si è già accasato dai cinesi di Byd come special advisor per l'Europa) e Mike Manley, ex Fca, ora a capo di AutoUnion, il maggior rivenditore di auto negli Usa.

Ieri, intanto, Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato per il 18 ottobre uno sciopero nazionale

con manifestazione di protesta a Roma. «La produzione di auto in Italia e al minimo storico, la cassa integrazione a livelli record, il disimpegno di Stellantis totale», sottolineano i sindacati. A proposito di Tavares...

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