Cda fiume di Tim sui conti 2021 che hanno imposto una «pulizia» da 7,9 miliardi con conseguente cancellazione del pur esiguo dividendo sulle azioni ordinarie che l'ex ad Luigi Gubitosi aveva elargito l'anno scorso. Nel dettaglio, la svalutazione, che ha portato il bilancio in rosso per 8,7 miliardi, è stata effettuata sul goodwill domestico per 4,1 miliardi, mentre per 3,8 miliardi ha impattato lo stralcio delle imposte differite in seguito alle diverse modalità di ammortamento introdotte dalla manovra 2022. In più c'è anche un accantonamento da 540 milioni di euro per far fronte ai mancati introiti dell'accordo con Dazn per la trasmissione delle partite di serie A che non ha raggiunto i risultati sperati. L'accordo con l'operatore sui diritti è in fase di revisione con Tim che ha chiesto uno sconto di 100 milioni rispetto ai 340 annui pattuiti. E poi c'è il piano dell'ad Pietro Labriola, che è stato approvato all'unanimità dai consiglieri dell'operatore tlc. C'è la separazione tra rete e servizi (Netco e Servco) superando il modello di integrazione verticale. Previsto anche un taglio del personale per 8mila dipendenti al 2024, un mix di uscite volontarie e pensionamenti anticipati da gestire nonostante le tensioni con i sindacati, contrari allo spezzatino degli asset. Nel caso in questione, però, rete e servizi resterebbero nel perimetro del gruppo. Il progetto completo di riorganizzazione verrà presentato entro sei mesi. Sul fronte del contenimento del debito, non si esclude la cessione della quota della società delle torri, Inwit, ancora di pertinenza di Tim, circa il 15%, ad Ardian per circa 1,4 miliardi. Il debito è dato in discesa a 17,6 miliardi (da 18,5 miliardi di fine 2020) nonostante gli investimenti in crescita per accelerare lo sviluppo della fibra e, del cloud e del calcio in streaming. Sarebbe anche in via di definizione un nuovo memorandum of understanding con Cdp, che ha il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber, per realizzare la rete unica con quest'ultima. Ci vorrà ancora tempo per arrivare a un accordo anche se ci sono già alcune prove di intesa, tra le due società, nelle aree bianche. Inoltre la gara per le aree grigie è disegnata per far si che Tim e Open Fiber possano «dividersi» i lotti. Sembra dunque accantonata, secondo i desiderata dei soci di maggioranza di Tim (Vivendi con il 23,8% e Cdp con il 10% circa), l'ipotesi di Opa a 0,505 euro ad azione proposta da Kkr. Il fondo Usa ha però una importante partecipazione (37,5%) in FiberCop la rete secondaria di Tim e quindi gli advisor sarebbero al lavoro per trovare una soluzione alternativa all'Opa dando, si ipotizza, una partecipazione a Kkr nella nuova società della rete unica dove dovrebbero confluire la rete di Open Fiber, FiberCop rete secondaria e la rete primaria di Tim che porterebbe dentro anche Sparkle la società dei cavi sottomarini.
Quanto ai numeri i ricavi sono stati pari a 15,37 miliardi (-1,9%), ebitda a 6,26 miliardi (-9,6%) causa la pressione competitiva, il ritardo del piano dei voucher e i costi di startup delle nuove digital companies.
e investimenti per 3,81 miliardi (+13 6%). Tim ha chiuso gli ultimi tre mesi dello scorso anno con ricavi per 3,9 miliardi di euro, in flessione del 3,3% rispetto ai 4,17 miliardi di euro (su base comparabile) del quarto trimestre del 2020.
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