Vivendi si asterrà nell'assemblea dei soci che questa mattina voterà sul rinnovo dei vertici di Tim. A ufficializzarlo è lo stesso gruppo francese, primo azionista con il 23,7%, che tuttavia ci tiene a sottolineare di non sostenere «la lista presentata dal consiglio di amministrazione uscente, data la continuità con un consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di Tim nel novembre 2023 ad un prezzo che, a giudizio di Vivendi, non riflette il pieno valore dell'asset, senza coinvolgere l'assemblea degli azionisti e il comitato parti correlate e senza fornire, ad oggi, informazioni complete e affidabili al mercato sull'operazione e sui suoi effetti sulla sostenibilità di Tim».
Una sorta di non sfiducia alla lista del board, guidata dal ceo Pietro Labriola, che ora ha la strada spianata per la riconferma. Avrà quindi la possibilità di portare a termine l'operazione di cessione della rete fissa al fondo americano Kkr, a lungo osteggiata dal gruppo Bolloré. Può essere vista come una resa, ma di fatto è la scelta più logica per chi conosce bene il mondo degli affari. Votare contro la lista del board, infatti, avrebbe voluto dire mettersi contro al governo italiano, ma anche esporre l'investimento di 4 miliardi in Tim al rischio di una nuova, rovinosa caduta. In una parola: realpolitik. Considerazioni che evidentemente sono state fatte, nonostante da Parigi si sottolinei di aver «cessato di contabilizzare la sua partecipazione in questa società secondo il metodo del patrimonio netto» dopo le dimissioni dei suoi due partecipanti al cda dal 31 dicembre 2022 . E quindi, un altro affondo: «Vivendi non desidera essere associata alle decisioni relative alle nomine del consiglio di amministrazione», poichè spetta «al management in carica e ai suoi sostenitori risolvere la delicata situazione in cui si trova Tim. Di conseguenza, Vivendi ha deciso di astenersi dal voto sul rinnovo del consiglio all'assemblea di aprile 2024, nonostante il lodevole impegno dei proponenti di liste alternative».
Il riferimento è alle liste dei fondi Merlyn e Bluebell, che nonostante i tentativi di accattivarsi il favore francese non sono mai state prese davvero in considerazione. Ed ecco, quindi, che si arriva alla decisione di non ostacolare Labriola, anche nel timore di una possibile sconfitta.
In chiusura, però, c'è un ultimo graffio: «Vivendi porterà avanti con decisione il ricorso contro la delibera del consiglio di amministrazione del novembre 2023 presso il tribunale di Milano e ogni altro strumento giuridico a sua disposizione per tutelare i propri diritti». Ma è da vedere con quali risultati, dopo un'assemblea dei soci che va verso la conferma del board con l'agevolazione (seppure indiretta) proprio del ricorrente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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