Un conto sono i proclami, utili per illudere le persone, un altro i fatti, che il più delle volte, uniti alla realtà, demoliscono i castelli di sabbia costruiti a parole. Il governo, per bocca di Giuseppe Conte, ha annunciato “liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese”, la sospensione dei pagamenti fiscali relativi ai mesi di aprile e maggio e prestiti “garantiti al 100% da parte dello Stato” a Pmi e, in percentuale minore, a imprese e autonomi.
Dietro alla pioggia di denari promessi dall'esecutivo si nascondo tuttavia alcuni aspetti non certo irrilevanti; dettagli che contribuiscono a smontare totalmente la narrazione trionfalistica del premier. Innanzitutto il testo dell'ultimo decreto è stato approvato “salvo intese”, quindi finché non sarà riportato nero su bianco in Gazzetta Ufficiale tutto è ancora possibile. E ieri non sono mancati momenti di tensione tra Pd e M5s proprio sui contenuti del documento.
Una corsa a ostacoli
Scendendo nel dettaglio, la sensazione è che vi siano ancora ostacoli non da poco per poter beneficiare di sospensioni e accedere alla liquidità. Intanto non è stata fatta chiarezza sulle scadenze fiscali di giugno, appesantite dai rinvii di marzo. Sulle sospensioni di aprile e maggio, scrive ad esempio il quotidiano La Verità, le imprese con ricavi al di sotto dei 50 milioni possono ottenerne lo stop solo se in grado di dimostrare una diminuzione di ricavi e compensi di almeno il 33%, rispetto a marzo e aprile 2019. Per il congelamento dei contributi è invece necessario un calo del 50%.
Attenzione però alla mazzata in arrivo, perché i versamenti sospesi dovranno essere effettuati in un'unica soluzione entro il 30 giugno, con l'alternativa di cinque rate mensili. E non è finita qui perché tutti quei soggetti che non ottengono alcuna sospensione degli acconti Ires, Irap e Irpef, possono evitare sanzioni solo nel caso in cui versino l'80% della somma.
Nebuloso anche il quadro relativo alla liquidità. I prestiti garantiti al 100% per le pmi sarebbe valido solo per prestiti fino a 25mila euro. Per quelli fino a 800mila, la garanzia resterebbe al 100% ma “con una valutazione bancaria della solvibilità”. Insomma, aiuti fino a una soglia minima; dopo di che entrano in gioco le valutazioni bancarie, con tutti i rischi del caso. Che il governo sia già entrato nell'ottica della richiesta di accesso al Mes? C'è chi è arrivato a pensarlo.
Al di là dell'ultimo decreto sventolato, che comunque andrà letto nella versione finale, dopo quattro settimane di stop e promesse ancora non si sono visti gli aiuti tanto evocati.
Nel frattempo è stata preparata una nuova corsa a ostacoli, in cui l'accesso ai benefici fiscali taglierà fuori una nutrita schiera di imprenditori colpiti dalla crisi economica provocata dal Covid-19 e bisognosi di aiuto. Senza considerare la mezza "beffa" della liquidità, garantita solo alle aziende o agli artigiani “in regola con le rate dei prestiti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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