Unipol, cambia il progetto per Premafin

Convertendo più alto di 100 milioni. La holding: "Confronto subito". E in Fonsai arriva Sator

Unipol, cambia il progetto per Premafin

Il cantiere per l’integrazione Unipol-Fonsai slitta ancora. Sondata la possibilità di una conversione totale del debito Prema­fin (368 milioni), l’ipotesi di lavoro è ora quella di chiedere alle banche creditrici di farsi carico, perlomeno, di altri 100 milioni portando il convertendo a quota 325 milio­ni, di cui 75 milioni in capo a Unipol.

Dopo l’incontro con i consiglieri indi­pendenti, il «piano b» dovrebbe essere illu­strato da Unicredit al summit con gli altri istituti creditori forse già oggi. La freddezza più volte dimostrata da Ge, Cariparma e Banco Popolare lascia presupporre un per­corso accidentato, ma intervenire sul debi­to Premafin è necessario per migliorare i concambi dell’integrazione. E quindi cen­trare l’obiettivo, rimarcato dall’ammini­stratore delegato di Fonsai Emanuele Er­betta, di tutelare gli azionisti di minoranza. Secondo alcune stime, la conversione in­tegrale comporterebbe, infatti, un miglio­r­amento in termini di patrimonio netto ret­tificato pari a 1,5-2 punti percentuali e, quindi, consentirebbe di fare pressing su Unipol affinché accetti di controllare il nuo­vo gigante delle polizze italiano con una quota più vicina al 65% che non al 66,7% at­tualmente prenotato.

Malgrado la marato­na negoziale del fine settimana e l’ottimi­smo dimostrato durante l’assemblea di Mi­lano Assicurazioni dal presidente Angelo Casò («Siamo agli sgoccioli, le distanze si stanno avvicinando»), lo show down do­vrebbe avvenire giovedì, quando è previ­sto un nuovo cda di Fonsai. Annullato, quindi, lo stato di preallerta per i consiglie­ri del gruppo di Carlo Cimbri.

Un ulteriore ostacolo potrebbe però na­scere con l’assemblea odierna di Fonsai, che dovrebbe sancire l’ingresso in cda e al­la presidenza del collegio sindacale di Sa­tor e Palladio, che con Matteo Arpe e Rober­to Meneguzzo combattono da mesi il pia­no di integrazione con Unipol voluto da Mediobanca. Da 3-4 giorni si moltiplica­no, inoltre, i segnali di nervosismo tra le mura di casa Premafin, che ha spronato tut­te le società coinvolte a un «urgente con­fronto » per trovare in «tempi rapidi» una so­luzione per l’integrazione. Secondo alcu­ne voci interne al cda, ci sarebbe il timore che i soci della holding siano penalizzati dalle trattative ai piani inferiori.

Si risolle­va, intanto, Milano Assicurazioni, per cui Erbetta ritiene «molto probabile» che il pri­mo trimestre abbia chiuso in positivo: il gruppo calcola premi Danni per 650 milio­ni (-6,8%) e quelli Vita a 85 milioni (-7%); i sinistri denunciati sono calati del 14%.

In Piazza Affari, Premafin ha chiuso in rialzo dello 0,60%, Unipol ha perso il 3,73% e Fonsai l’1 per cento.

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