Settimana bollente sul fronte automotive. «È impellente modificare la traiettoria della politica industriale europea, a partire dall'esigenza di revisione del green deal»: ecco il messaggio che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (in foto), ribadirà con forza mercoledì e giovedì al Consiglio competitività di Bruxelles. «La stessa presidente Ursula von der Leyen - ha ricordato Urso - ha espresso la chiara volontà di lanciare iniziative significative. Occorre dare certezze a imprese e consumatori; politica industriale e ambientale devono procedere nella stessa direzione».
In vista di Bruxelles, il ministro ha incontrato Confindustria e sindacati, mentre oggi le organizzazioni metalmeccaniche terranno una conferenza stampa per annunciare lo stato di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera automotive. E se il governo punta ad anticipare agli inizi del 2025 la clausola di revisione prevista del green deal per l'automotive («la religione dell'elettrico ha fatto deragliare gli obiettivi Ue sulla decarbonizzazione del comparto», così il ministro delle Imprese) c'è chi, come il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, nutre perplessità. Riferendosi a Stellantis, chiede infatti a Urso se è sicuro «che questa richiesta, che possiamo anche condividere, abbia una ricaduta sui maggiori produttori di vetture in Europa».
Da parte sua, Stellantis, attraverso la cfo Natalie Knight, conferma la posizione del gruppo che due anni fa ha lasciato Acea, l'associazione europea dei costruttori: «Ci sono più pressioni in questo senso rispetto a tre mesi fa - le parole della manager a un meeting di Bank of America - ma dal nostro punto di vista un cambiamento in corsa sarebbe molto difficile. Non pensiamo sia equo variare le regole a metà del gioco, quando era stato detto chiaramente quali fossero i termini e le tempistiche».
Urso, che ha fatto intanto partire il tam-tam sulla sua proposta ai colleghi degli altri Paesi Ue, va comunque dritto per la sua strada: «Avanti tutta senza una visione ideologica, farò proposte per la transizione green che si coniughino con la neutralità tecnologica per i vari settori, dall'auto alla siderurgia». È seguito l'appello alle parti sociali: «Se riusciamo a condividere le strade possiamo indirizzare meglio la Commissione Ue». Anche Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, concorda sulla necessità di «arrivare a una politica nuova dell'Europa».
«Nel tavolo con Urso -
aggiunge - abbiamo parlato di un fondo sovrano e della costruzione di un fondo per poter incentivare la transizione post Pnrr. Proprio a causa della transizione alcuni nostri associati rischiano di poter andare in difficoltà».
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