Ne è rimasto vittima anche il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta (in foto), che qualche giorno fa ha avvertito il pubblico che in rete circolano «video ingannevoli che utilizzano la sua voce con intenti fraudolenti». È l'incubo del deepfake, ossia l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per produrre video o audio con le stesse caratteristiche di personaggi noti. A gennaio, ad esempio, una dipendente di una compagnia di Hong Kong ha vissuto un incubo tecnologico perché, durante una riunione virtuale, è stata indotta a trasferire quasi 25 milioni di euro dell'azienda. I malintenzionati si erano trasformati in colleghi e dirigenti grazie a sofisticati deepfake.
Un rapporto di Deloitte ha ricordato che negli Usa, solo nel 2023, le perdite nel settore bancario e finanziario hanno raggiunto i 12,3 miliardi di dollari a causa di queste truffe, con proiezioni che parlano di 40 miliardi entro il 2027.
Il settore tecnologico fatica a tenere il passo, soprattutto nell'identificazione dei deepfake audio. L'Internet Crime Complaint Center dell'Fbi ha registrato 21.832 casi di frode via email aziendale nel 2022, con perdite di circa 2,7 miliardi di dollari. Deloitte stima che, con un'adozione aggressiva della IA, le perdite potrebbero salire a 11,5 miliardi di dollari entro il 2027.
«L'intelligenza artificiale generativa ha un potenziale illimitato per amplificare la portata delle frodi contro le istituzioni finanziarie e i loro clienti», avverte Deloitte. Le banche dovranno quindi affrontare una sfida senza precedenti per rimanere al passo con truffatori sempre più sofisticati.
Mastercard, ad esempio, ha adottato una nuova tecnologia che analizza un trilione di dati per verificare l'autenticità delle transazioni.Le banche, pertanto, devono ripensare le proprie strategie, governance e risorse, adottando un approccio proattivo e in continua evoluzione per anticipare e neutralizzare le minacce.
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