Il 2020 è un anno che passerà alla storia a Wall Street, per il crollo, nelle prime fasi del Covid, fino al successivo rimbalzo record, che ha portato i maggiori indici a chiudere in territorio ampiamente positivo: il Nasdaq Composite è in rialzo del 43,2%, lo S&P 500 del 15,4%, il Dow Jones Industrial Average del 6,3 per cento.
Il 2020 sui mercati è stato segnato da tensioni già prima della pandemia. Prima la tensione tra Stati Uniti e Iran e l'uccisione del generale Qassem Suleimani con un drone che ha spinto il petrolio in rialzo e gli indici in ribasso per la paura di un conflitto. Poi una ripresa a febbraio, interrotta dai primi segnali dell'epidemia proveniente dalla Cina. Dopo il solido rally di febbraio, con la chiusura record del 19 per lo S&P 500, i mercati hanno imboccato una ripida discesa a causa della pandemia di coronavirus, mettendo fine al «mercato toro» più lungo della storia a Wall Street e toccando i minimi il 23 marzo, con un -33,9% rispetto al primato di un mese prima e una quotazione del petrolio finita sotto lo zero.
Dal pesante sell-off, però, i mercati si sono ripresi in modo sorprendente, grazie agli aiuti all'economia senza precedenti decisi dalla Federal Reserve guidata da Jerome Powell (nella foto) e dal governo Usa: il 18 agosto si è così chiuso il più breve «mercato orso» della storia, con una chiusura record.
Il rally è stato guidato dalle maggiori cinque società per capitalizzazione, ovvero Amazon (+80% dall'inizio dell'anno), Apple (+84%), Facebook (+33%), Microsoft (+41%) e Alphabet (+30%), che da sole pesano più del 20% dello S&P 500. Negli ultimi mesi, i record per Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq Composite sono stati costantemente aggiornati, anche sulla scorta delle notizie sul vaccino. Il resto è cronaca.
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