Emergenza giovani che non studiano e non lavorano: progetti per 30 milioni

Da Fondazione Cariplo e Intesa i fondi per aiutare 157mila "Neet" lombardi

Emergenza giovani che non studiano e non lavorano: progetti per 30 milioni
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Nella sola Lombardia si contano 157mila «Neet»: sono i giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano né studiano (l'acronimo è l'inglese di Not in Education, Employment or Training ). E ora la Fondazione Cariplo, insieme con Intesa Sanpaolo, intende contribuire alla diminuzione del tasso di Neet al 9% dei giovani, traguardo Ue indicato per il 2030. Tradotto in termini concreti significa accompagnare e attivare 20mila giovani solo in Lombardia. Per questo Fondazione e banca hanno ieri annunciato - in occasione della presentazione dei progetti 2025 dell'Ente, allo spazio Meet - di unire le loro competenze nel progetto «ZeroNeet» mettendo a disposizione un budget di 30 milioni: 20 da Cariplo, 10 da Intesa.

L'obiettivo è ambizioso ma riguarda uno dei grandi problemi del Paese. In Italia i Neet sono un esercito: 1,4 milioni. E rappresentano una risorsa potenziale strategica. Si pensi all'allarme demografico e alla mancanza di lavoratori nel settore del Turismo o di operai specializzati nella manifattura. L'iniziativa della Fondazione va proprio in questa direzione. «Bisogna individuare i giovani che non lavorano e non studiano - ha detto il presidente di Cariplo, Giovanni Azzone - e cercare di invertire la tendenza». Per poi affrontare «la formazione e instradarli verso il lavoro». E «quello che riusciremo a fare nel nostro territorio sarà scalabile in tutto il Paese creando risultati per tutti». Forse anche come stimolo per le imprese, piccole e grandi, che rispetto al fenomeno dei Neet, non fanno abbastanza per coinvolgerli. «Quella dei giovani e del lavoro - ha detto il ceo di Intesa, Carlo Messina - per noi è una priorità assoluta. I giovani e il loro talento sono le nostre terre rare: riuscire a portare le persone verso il lavoro è come aver agito sulle terre rare».

A ZeroNeet la Fondazione destina un terzo dei 60 milioni che - è stato svelato ieri - verranno destinati a tre grandi programmi, definiti le «sfide di mandato», con orizzonte temporale triennale. Gli altri due riguardano disabilità e prima infanzia. Quest'anno, infatti, per la prima volta nei suoi 34 anni di storia, Cariplo supera la soglia dei 200 milioni da destinare alle attività filantropiche sul territorio, arrivando a stanziare 215,7 milioni: 60 milioni in più di quanto messo sul piatto nel 2024.

È il risultato della crescita del patrimonio della Fondazione che, dopo essere stato a lungo intorno ai 7-8 miliardi, nell'ultimo biennio è cresciuto del 40% toccando gli attuali 11,7 miliardi. La scommessa fatta nel 2022 di aumentare dell'1% la quota azionaria detenuta in Intesa Sanpaolo (al 5,4%) è stata vinta: la capitalizzazione della banca è più che raddoppiata fino sfiorare gli 80 miliardi di questi giorni. Ma non è solo questo. Come ha ricordato il direttore generale della Fondazione, Sergio Urbani, «il 70% della crescita è dovuta a Intesa Sanpaolo, ma il 30% rimanente, quindi un miliardo, è dovuto a una crescita organica. Siamo stati bravi e fortunati. Abbiamo deciso di aumentare gli investimenti a rischio perché così si fa in tutto il mondo se si vuole fare di più per la comunità di riferimento».

L'obiettivo era quello di alzare ulteriormente l'impatto sul territorio «e ora ci possiamo permettere 60 milioni in più in attività filantropiche per le nuove sfide scelte dai nostri consiglieri nella Commissione di Beneficenza.

Ma non bastano le risorse economiche, serve un modello di intervento adeguato per misurarsi sempre con la comunità. Da oggi vogliamo farlo mettendo al centro non la Fondazione, ma la sfida filantropica, con un approccio trasversale».

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