"Come cocaina ed eroina": così il videogioco Fortnite finisce in tribunale

In Canada sta per iniziare una battaglia legale tra i genitori e gli sviluppatori di Fortnite, videogioco che tiene incollati allo schermo numerosi giovanissimi alle prese con problemi di varia natura: ecco quali

"Come cocaina ed eroina": così il videogioco Fortnite finisce in tribunale

Considerato fra i videgiochi migliori al mondo, Fortnite (della Epic Games) è finito nell'occhio del ciclone a causa della dipendenza che creerebbe nei giovanissimi e per la quale si pronuncerà un tribunale: la denuncia è arrivata direttamente da un numero molto elevato di genitori canadesi seriamente preoccupati per i loro figli.

"Non mangiano e non si lavano"

I fronti dell'accusa nei confronti della piattaforma sono due: da un lato c'è l'eccessiva durata davanti allo schermo dei ragazzini, arrivati a trascorrere 7.700 ore in un arco di tempo compreso tra uno e due anni e, dall'altro, la dipendenza che si manifesta sia con atteggiamenti diversi dal consueto ma anche con una quantità di denaro eccessiva spesa dai minorenni che, spesso, usufruiscono delle valute elettroniche dei genitori per fare acquisti utili ai fini del videogioco arrivando a spendere anche 600 dollari come ha fatto un ragazzo di soli 10 anni. La cosa che ha allarmato più di tutte, però, è lo stato di abbandono di molti di loro che hanno smesso di dormire, mangiare o lavarsi perché ipnotizzati dal gioco.

"Questione seria da discutere"

Molti genitori hanno paragonato la dipendenza dei loro figli alla cocaina e all'eroina e, dopo tre anni di tentativi, la class action di questi genitori è stata accolta da un giudice: adesso la battaglia passa sul campo, il tribunale attende padri e madri ma dall'altro lato la Epic Games proverà a difendersi con le unghie e con i denti avendo già fatto sapere di aver messo in atto alcuni controlli parentali "che consentono ai genitori di supervisionare l'esperienza digitale dei propri figli", ossia di sapere quanto tempo i figli trascorrono con il videogioco e bloccare, in qualsiasi momento, gli acquisti indesirati. Il giudice, però, è serio e ha sottolineato come la denuncia non sia "frivola o manifestamente infondata" e che "c'è una questione seria da discutere, supportata da accuse sufficienti e specifiche sull'esistenza di rischi o addirittura pericoli derivanti dall'uso di Fortnite", come riportato dal Corriere della Sera.

Cos'è Fortnite

Tra i motivi del grandissimo successo planetario di questo gaming si possono elencare la non violenza, la possibilità di partecipare online assieme anche a 100 avversari per provare a sbaragliarli tutti e rimanere in vita. È fruibile facilmente sia dal pc che dagli smartphone ed è un gioco di sopravvivenza dove si combattono creature come zombie. Gli aggiornamenti che vanno avanti dal 2017 hanno permesso incassi fino a 7,3 miliardi di dollari, i giocatori attivi al mondo sono superiori a 350 milioni, 80 dei quali giocano mensilmente.

Cosa accadrà in Aula

"La Corte è del parere che i fatti contestati nei confronti dei figli degli attori consentano di sostenere - spiega la Corte in una nota pubblicata da Eurogamer - che i querelanti hanno un valido reclamo per responsabilità da prodotto contro i convenuti". Tra le varie storie giunte dal Canada ce n'è una in cui una bambina di soli 9 anni ha fatto ricorso alla psicoterapia per le troppe ore trascorse davanti al videogioco il cui effetto dannoso è come il fumo del tabacco, "non è stato riconosciuto o ammesso dall'oggi al domani", ha spiegato il giudice. Anche se la dipendenza, comunque, è tutta da certificare, i legali di Epic Games sono pronti a ribattere alle accuse per provare che siano prive di fondamento.

Fortnite vietato in Cina

Senza fornire una valida spiegazione, dal 15 novembre gli utenti cinesi non potranno confrontarsi con gli altri sparsi per il mondo perché Fortnite non è più operativo nel Paese più popoloso al mondo, la Cina: Epic Games non ha mai fatto sapere i reali motivi ma si teme che la decisione sia a monte, il governo di Pechino teme la dipendenza da videogiochi come accaduto in Canada. Per tagliare la testa al toro, il server non funziona ed è impossibile fare dowload sul proprio smartphone.

L'Oms ha stabilito che quella per i videogiochi sia una vera e propria dipendenza e, sempre in Cina, sono state adottate tecniche all'avanguardia per non far superare il tempo di 90 minuti da trascorrere nei giochi online da chi ha meno di 18 anni.

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