Enzo Mari e l’Universale scientifica In mostra i bozzetti delle copertine

Il pensiero di Freud e quello di Jung, le scoperte di Einstein e quelle di Fermi, assieme agli studi di numerosi altri scienziati, matematici, filosofi, psicologi e antropologi, furono pubblicati a partire dal 1957 dalla Bollati Boringhieri, casa editrice torinese che festeggia oggi un doppio anniversario. Cinquant’anni fa, infatti, staccandosi dalla Einaudi, venne fondata per iniziativa di Paolo Boringhieri, divenendo da subito sigla di riferimento per l’editoria scientifica di ricerca. Vent’anni fa, invece, nel 1987, la proprietà del marchio e il suo catalogo di volumi, che contava circa ottocento titoli, furono rilevati da un altro famoso padre dell’editoria italiana, Giulio Bollati, che diede nuovo vigore alla produzione. Per festeggiare queste due ricorrenze la Bollati Boringhieri, fino al prossimo 30 giugno, propone, in una mostra presso la Feltrinelli Libri e Musica (Piazza Piemonte 2), i bozzetti originali delle copertine realizzate da Enzo Mari per l’«Universale Scientifica», fiore all’occhiello delle collane della casa editrice. Saranno così in esposizione per i visitatori alcune tavole realizzate dall’artista a partire dal 1965. Frutto di un progetto che prevedeva la creazione di una nuova collana scientifica rivolta a un pubblico non «alto» ed elitario ma di «base», quindi potenzialmente più allargato, la veste grafica della «Universale Scientifica Boringhieri» venne affidata ad Enzo Mari. L’idea sviluppata fu quella di dare un carattere unitario alle copertine, che permettesse di riconoscere facilmente la collana, pur nella diversità delle immagini presentate di volta in volta, vista l’estrema varietà dei campi d’indagine. Bisognava dunque «trovare un segno che indicasse ciò che costituisce il pensiero scientifico indipendentemente dalle sue mille articolazioni - come ha scritto Enzo Mari nella primavera dello scorso anno, ricordando il suo lavoro per l’Universale Scientifica -. Un segno non da accostare semplicemente alle immagini sempre diverse, comunque necessarie, per illustrare il contenuto di libri diversi», ma «che potesse interagire efficacemente con il divenire di quelle immagini». Il risultato finale fu quello di scomporre e ripetere la figura scelta in una griglia geometrica a riquadrati.

L’iterazione, in copertina, delle illustrazioni permetteva di rendere subito riconoscibile la collana, simboleggiando allo stesso tempo i processi di scomposizione analitica e ricomposizione sintetica che caratterizzano la scienza. «Credo di poter affermare - scrive ancora Mari, riguardo all’opera per la Bollati Boringhieri - di essere stato l’unico grafico al mondo ad aver letto tutti i volumi per i quali ho realizzato le copertine...».

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