Signora Bouchet, ormai le piacciono i ruoli aristocratici.
«Eh sì, faccio duchesse, baronesse... ma anche nonne».
In Anima Gemella (stasera su Canale 5) è la contessa Ortensia che vuole rievocare lo spirito del marito.
«Ci ho messo vent'anni a diventare vecchia per il cinema. Tutti sempre a propormi ruoli da giovane e io ennò...».
Beh lei è stata un'icona sexy.
«Sì, fino ai 39 anni. Dopo mi sono sentita ridicola e anche stanca. Dai 40 ho cambiato».
Oggi Barbara Bouchet ha 79 anni portati da diva, gli occhi azzurrissimi si illuminano di entusiasmo e sorride ripensando alle commedie sexy che l'hanno trasformata in un'icona generazionale mangiandosi un po' del resto. Tanto per capirci, prima di arrivare in Italia, ha recitato a Hollywood con David Niven in 007 Casino Royale e in un episodio di Star Trek, poi qui da noi è stata diretta da signori registi come Pasquale Festa Campanile o Luciano Salce prima di entrare nelle fantasie del pubblico con «racconti proibiti... di niente vestiti» come il titolo del film di Brunello Rondi. «Era finita l'epoca delle more come Sophia Loren o Claudia Cardinale, si cercavano bionde straniere e io sono un'attrice, non mi facevo tanti scrupoli del tipo ah io non mi spoglio, che è come dire io non faccio l'assassina o cose del genere». Poi, punto e a capo. Una lunga vacanza dal cinema e infine altri ruoli. «Tra poco inizio nelle Marche una nuova fiction per Mediaset».
È stato difficile reinventarsi?
«Non è facile resistere per tanto tempo. Senza far paragoni, Brigitte Bardot si è stancata e, a un certo punto, non è più tornata indietro: preferisce Saint-Tropez e i cani».
L'immagine di Barbara Bouchet non è ancora passata di moda.
«Anzi, mi hanno scoperto anche i giovani per i quali miei film come Milano Calibro 9 sono diventati cult».
Una parte del merito è del suo ruolo in Gangs of New York di Martin Scorsese.
«Direi soprattutto di Quentin Tarantino, è stato lui a parlare molto di me».
Però non c'è un bel rapporto tra voi.
«Diciamo che non siamo compatibili. Il nostro è amore e odio. Io sono precisa, lui no».
Le ha proposto film, le ha dato appuntamenti.
«Ma se poi alla terza volta mi dai ancora buca, allora ciao e arrivederci».
Difficile mantenere rapporti con registi e attori.
«Ho sempre cercato di tenermi molto lontano dal mio mondo di illusione. Specialmente con i corteggiatori».
Perché?
«Perché spesso mi sono accorta che mi usavano come trofeo. Diciamo che ne ho sofferto».
Com'è cambiata la bellezza al cinema?
«Il web ha cambiato tutto, i social anche. Gli haters, mamma mia... Io avrei davvero fatto fatica a sopportarli».
Lei e i social?
«Sono su Instagram solo con le vecchie foto dei miei film. Fatico a capire queste ragazze giovani che cercano così tanto i like. Ma dove hanno il cervello? Sembra che facciano questo mestiere solo per essere considerate virtualmente e stravolgersi con i filtri».
Chirurgia estetica?
«Voglio la bellezza naturale. Se mi tolgo dieci anni dal chirurgo, chi fa i ruoli da vecchia contessa?» (ride - ndr).
Che rapporto ha con il denaro?
«Non sono mai stata attaccata al denaro. Sto bene sia nella Trump Tower che in una capanna in mezzo al bosco. Anzi, vuole che gliela dica tutta?».
Prego.
«Tanto per rendere l'idea, oggi sto meglio di quando avevo i gioielli in cassaforte. Non servivano a nulla, così li ho venduti e ora sono pazza della bigiotteria. Sono stata fortunata, ho avuto tutto ma non mi ha fatto sentire meglio».
Nostalgia del passato?
«L'altra sera ho rivisto il film La moglie in vacanza... l'amante in città e mi sono detta ammazza com'eri bella. Ho pensato anche che Lino Banfi era davvero bravissimo».
Perché non glielo dice?
«Volevo chiamarlo, ma non ho il suo numero. Se lo trovassi...».
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