"Perché due fratelli che sono cresciuti qui possono essersi rivoltati contro il nostro Paese?". Barack Obama se l'è chiesto appena dopo l'arresto di Dzhokhar Tsarnaev, uno dei due fratelli ceceni responsabili dell'attentato alla maratona di Boston, l'unico ad esserne uscito vivo, anche se gravemente ferito.
Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev hanno colpito per legami con il terrorismo di marca islamista? Se sì, come sono venuti in contatto con i gruppi qaedisti? C'entra qualcosa la loro origine cecena? Parliamo di mujaheddin o di lupi solitari, infettati dalla propaganda di Al Qaeda?
Le domande sono lecite. Le risposte per il momento non del tutto nitide. Ma i tentativi di chiarire il quadro sono parecchi e arrivano anche dagli stessi islamici ceceni, che ci tengono a mettere in chiaro il loro punto di vista su quanto accaduto negli Stati Uniti.
"Siamo in guerra con la Russia, che non è solo è responsabile dell'occupazione del Caucaso, ma anche di crimini atroci commessi contro i musulmani". Un comunicato dell'Emirato del Caucaso, l'ombrello che racchiude la guerriglia anti-moscovita, messo online dal comando in Daghestan, ricorda gli obiettivi dell'organizzazione terroristica. E mette in chiaro un punto: "I mujaheddin dell'Emirato del Caucaso non combattono contro gli Stati Uniti".
Quello che si sta dicendo insomma, è che se si vuole cercare un mandante per l'attentato di Boston, questo non può essere trovato nei combattenti del Caucaso. Il comunicato dei guerriglieri condanna i "media americani", che accusa di speculare e "promuovere la propaganda russa". E ricorda che Doku Umarov, leader dell'Emirato, ha ordinato che "non si colpiscono i civili".
La presa di distanze da parte dei guerriglieri non fa che dare maggiore forza all'idea che i due fratelli Tsarnaev abbiano agito da soli. Probabile, anzi certo che un'influenza dell'islam più militante abbia avuto il suo peso nella vicenda. A dimostrarlo anche quanto si è evinto dai social network di Tamerlan, il maggiore dei fratelli, pieno di riferimenti a terrorismo e jihad.
Se un legame
diretto tra gli Tsarnaev e il terrorismo caucasico sembra poco probabile, è certo però che gli investigatori - lo si legge in un pezzo del New York Times datato 20 aprile - continuano a seguire tutte le piste, compreso il viaggio in Daghestan compiuto da Tamerlan nel 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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