Una frontiera comune lunga centinaia di chilometri, che separa la Turchia dalla Siria. Una striscia di terra che nel tempo, con il mutare della composizione dell'insurrezione siriana, si è trasformata in un corridoio che consente a centinaia di "reclute" di andare a raggiungere le fila del terrorismo qaedista, attivo oltre frontiera tra i gruppi che combattono contro il regime di Bashar al-Assad.
Il Daily Telegraph ha raccontato in un articolo pubblicato ieri nuovi dettagli del percorso che i terroristi compiono, muovendosi dall'estremo sud della Turchia fino oltre il confine con Damasco. Secondo il quotidiano inglese, i qaedisti si appoggerebbero a una serie di case affittate sotto falso nome nei villaggi turchi, dove i combattenti transitano prima di entrare in Siria.
Il Telegraph raccoglie la testimonianza di un volontario giordano, Abu Abdulrahman, che gestisce quelli che vengono descritti come "centri d'accoglienza", da cui passano i mujaheddin stranieri che andranno poi a ingrossare le file dello Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (Isis), organizzazione affiliata ad al-Qaeda.
Il meccanismo è ben oliato.
Prima che una persona venga fatta passare in Siria, chi gestisce le safe-house si assicura delle sue intenzioni. Nel caso di uno straniero è necessario che il suo nome sia stato segnalato da un membro noto dell'organizzazione. Un modo per evitare tentativi di infiltrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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