"Non si può negoziare un accordo di libero scambio con un Paese che non rispetta i diritti umani". Antonio Tajani scende in campo sulla vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò ingiustamente trattenuti in India che sarebbero esposti al rischio di una condanna a morte.
Il vicepresidente della Commissione europea scriverà a Barroso e Ashton. "Da sempre mi batto contro la pena di morte - ha scritto Tajani in alcuni messaggi postati su Twitter - e lo farò anche per difendere i due militari italiani impegnati nella lotta contro la pirateria. Non penso che si possa portare avanti un negoziato tra Ue e India su un accordo di libero scambio quando l’ipotesi di una condanna a morte viene presa in considerazione nell’azione giudiziaria avviata contro i due marò". Per il vicepresidente della Commissione non è certo così che l’India dimostra di rispettare i diritti umani.
Tajani ha annunciato che a stretto giro invierà due lettere, una al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e l’altra all’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza, Catherine Ashton, per chiedere l’intervento di Bruxelles nel quadro di una vicenda che si trascina ormai da anni e che potrebbe incidere negativamente sui già non facili rapporti tra l’Unione europea e l’India. Un Paese, quest’ultimo, dove l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale potrebbe rendere ancora più complessa la ricerca di una soluzione al caso dei marò.
I negoziati tra Bruxelles e New Delhi per arrivare a un accordi di libero scambio sono stati avviati nel 2007 e vanno avanti a rilento a causa di problemi insorti in settori specifici come quelli dei servizi e farmaceutico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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