Caso Shalabayeva, tensione alta tra Italia e il Kazakistan

Il ministro degli Esteri sull’ambasciatore kazako: ha avuto un comportamento "inaccettabile". Interpol: "Il passaporto di Alma è falso". Astana: se torna in Italia rischia 4 anni

Caso Shalabayeva, tensione alta tra Italia e il Kazakistan

Emma Bonino interviene alla Commissione Esteri di Camera e Senato sul caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov espulsa dall'Italia all'inizio di giugno. La Farnesina, puntualizza il ministro degli Esteri, ha svolto una "continua e scrupolosa attività" attraverso i suoi uffici "chiamati a gestire ex post le conseguenze di un caso per il quale abbiamo finora, giustamente, dibattuto sulla dinamica ex ante". "È una vicenda di grande delicatezza, sulla quale si impone la massima chiarezza: una vicenda che tocca aspetti di grandissima rilevanza per il nostro Paese e per i suoi valori fondamentali". La Bonino ha confermato che sin dal 3 giugno la Farnesina è stata protagonista di "interventi continui ed incessanti e continueranno in questa direzione fino a quando sarà necessario". Il ministro ha aggiunto che visto che "si agisce da governo a governo si si deve evitare almeno in questa prima fase che una serie di azioni e reazioni molto probabili indebolisca la nostra struttura diplomatica ad Astana".

La Farnesina ha preso conoscenza solo l’8 luglio delle "intrusioni kazake" nella deportazione in patria di Alma Shalabayeva e la figlia Alua. "È solo con il rapporto Pansa (capo della polizia, ndr) - ha detto la Bonino - che si è avuta certezza dell’inaccettabile comportamento" dell’ambasciatore kazako Andrian Yemelesson, ha spiegato il capo della diplomazia italiana ai parlamentari della Commissione diritti umani. Pur sottolineando che "si agisce da governo a governo e dunque va evitata una serie di azioni e reazioni che possano indebolire la nostra struttura diplomatica ad Asta", la Bonino ha voluto aggiungere: "Ritengo evidente che la qualità dei nostri rapporti dipenderà dalla disponibilità di Astana a scendere sul terreno dei diritti civili" e da ciò dipenderà "il modo in cui valuteremo le misure da adottare nei confronti dell’ambasciatore".

Il vice premier kazako, Yerbol Orynbayev, ha replicato così alla Bonino: "Quello che ha detto il ministro è il suo punto di vista, vediamo se c'è una decisione ufficiale e poi reagiremo, per il momento non è il caso di commentare queste parole". Parole che testimoniano l'alta tensione tra Roma e Astana.

Per l'Interpol il passaporto era falso

"L’Ufficio Interpol del Centroafrica nell’ambito delle attività investigative svolte dalla questura di Roma ha riferito che il passaporto esibito dalla signora Alma Shalabayeva, emesso dalla Repubblica Centrafricana, risulta falsificato". Il dipartimento della pubblica sicurezza replica così al ministro della Giustizia della Repubblica Centrafricana che in un’intervista rivendica la regolarità del documento esibito dalla moglie del dissidente kazako."Nei due passaporti intestati alla signora Alma - spiega il dipartimento - uno rilasciato dal Kazakistan e l’altro dalla Repubblica Centrafricana, quindi due Paesi di origine diversa, risultano due luoghi di nascita differenti e in più quello indicato nel passaporto della Repubblica Centrafricana risulta addirittura inesistente".

Astana: può rientrare in Italia, ma rischia 4 anni

Il vice primo ministro kazako Yerbol Orynbayev in conferenza stampa a Bruxelles ha detto che il Kazakistan non avrebbe problemi a reinviare la Shalabayeva in Italia, purché ci siano delle garanzie di poter interrogare la donna in futuro, ma ha anche allo stesso tempo

sollevato la questione che la donna rischia quattro anni di carcere in Italia a causa dell’uso di un passaporto falso. Della questione si discusso oggi durante un Consiglio di cooperazione tra Ue e Kazakistan a Bruxelles.

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