Si allargano le fiamme della miniera di carbone di Soma, in Turchia, teatro di un gravissimo incidente che è costato la vita a non meno di 300 minatori, con una conta delle vittime in ascesa da tre giorni. Mentre il governo di Recep Tayyip Erdogan si affanna a dimostrare che «questi incidenti accadono» e che «la miniera era sicura», le proteste si diffondono nel Paese. La rabbia contro Erdogan, accusato fra l'altro di aver schiaffeggiato una manifestante, ha superato anche il confine.
«Credo che la sua visita sia assurda e inappropriata come tempi e come contenuti», ha dichiarato dalla «vicina» Germania Guntram Schneider, ministro socialdemocratico per l'Integrazione del Nord Reno-Westfalia, il Land con Colonia dove il premier turco è atteso sabato prossimo. Nelle stesse ore Andreas Scheuer, segretario generale della Csu (costola bavarese della Cdu guidata da Angela Merkel), spiegava allo Spiegel che «Erdogan non dovrebbe portare in Germania la sua campagna elettorale». Nella città renana il primo ministro è invitato a partecipare al decennale dell'Unione dei turchi democratici europei. L'entourage del premier islamico moderato ha fatto sapere che i temi trattati non saranno politici, «ma sappiamo bene tutti che, a dispetto delle sue assicurazioni, Erdogan pronuncerà parole taglienti», ha rincarato la dose Scheuer. D'altronde le premesse per un incidente politico ci sono tutte. Ad agosto i turchi eleggeranno direttamente il capo dello Stato - riforma voluta dallo stesso primo ministro in corsa per la carica - e all'elezione potranno partecipare anche i residenti all'estero. Fra immigrati legalmente residenti, cittadini con il doppio passaporto e tedeschi di origine turca, la Germania ospita poco meno di cinque milioni di connazionali di Erdogan. Di questi, quasi un milione e mezzo ha diritto al voto.
Oltre alle premesse, poi, ci sono i precedenti. Il leader turco non è nuovo a dichiarazioni scorrette e controcorrente. Parlando sempre da Colonia a una platea di concittadini, nel 2008 arrivò a dire che l'assimilazione dei turchi in Germania «è un crimine contro l'umanità».
Un bel ceffone agli sforzi delle istituzioni tedesche per l'integrazione delle minoranze. In anni recenti i governi dei Länder hanno anche spinto le famiglie turche a non tenere i bambini a casa ma a mandarli all'asilo affinché imparino prima e meglio la lingua di Goethe. In alcuni casi è stato anche anticipato di un anno l'avvio dell'obbligo scolastico. Il parere di Erdogan in materia è del 2011: «I bambini devono imparare prima la lingua di casa». Ecco perché è stato il ministro regionale Schneider ad aprire il fuoco: il Nord Reno-Westfalia è il Land con il più alto numero di turchi. «E il loro primo ministro», ha ricordato polemico Schneider, «non è Erdogan ma il governatore regionale Hannelore Kraft». Anche per il leader (turco) dei Verdi tedeschi, Cem Özdemir, il leader islamico deve astenersi dal tour elettorale. «Invece di continuare a offendere la sua gente, è meglio che si concentri sul dolore provocato dalle sue scelte politiche ed economiche». L'antipatia è dunque ufficiale e bipartisan. Anche perché a fine aprile Erdogan ha trattato con il suo proverbiale sgarbo il presidente federale tedesco Joachim Gauck, ex ministro di culto luterano, in visita ufficiale in Turchia. «È solo un pastore», ha dichiarato dopo che il suo ospite aveva criticato il recente tentativo del governo turco di mettere il bavaglio a Twitter e a YouTube.
Venerdì una vignetta del Berliner Zeitung dava il senso della stima di cui gode Erdogan in Germania: «Scene come quelle di Soma non vorremmo mai vederle», diceva un premier commentando la foto di un poliziotto che prendeva a calci un manifestante: «Ecco perché ho messo al bando le immagini da tutti gli spazi pubblici».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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