Se le ricerche del Boeing 777 della Malaysia Airlines sparito l'8 marzo si erano concentrate da aprile nell'area meridionale dell'Oceano Indiano, nuove informazioni costringeranno il team di ricerca a ricominciare tutto da capo.
I segnali acustici captati, che avevano fatto pensare di essere vicini al ritrovamento dell'aereo, scomparso nel nulla mentre volava da Kuala Lumpur a Pechino, non appartengono al volo MH370 e non provenivano dalle scatole nere.
A dirlo è il Centro di coordinamento internazionale delle ricerche, che ha base in Australia, e ha confermato oggi che la zona passata al setaccio da aprile non è quella giusta. Le perlustrazioni effettuate dal robot sommergibile statunitense Bluefin-21, su un'area di 850 chilometri quadrati, non hanno mai trovato nulla.
Le ricerche dell'aereo, a bordo del quale si trovavano 239 persone dirette in Cina, subiranno ora un arresto di un paio di mesi,
necessari per portare nell'area delle ricerche attrezzature più sofisticate. Saranno in grado di lavorare su una superficie di 56mila chilometri quadrati, definita grazie alle analisi della possibile rotta seguita dall'aereo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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