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Marò, l'Italia fa ricorso alla Corte suprema indiana contro rinvio dei capi d'accusa

Intanto spunta l'ipotesi di una missione congiunta Camera-Senato in India in vista dell’udienza dei due militari italiani

Marò, l'Italia fa ricorso alla Corte suprema indiana contro rinvio dei capi d'accusa

A giorni il ministero dell’Interno indiano deciderà sul modo in cui la polizia Nia si muoverà per incriminare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati di avere ucciso due pescatori del Kerala il 15 febbraio 2012. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Pti, sottolineando che la questione è molto complicata perché la legge che la polizia investigativa indiana (Nia) intende utilizzare è il SUA Act, che prevede la pena di morte, mentre l’India ha più volte assicurato all’Italia che tale pena non sarà richiesta. Il ministro Sushilkumar Shinde ha recentemente presieduto un "incontro ad alto livello" per discutere la richiesta della Nia. Nell’incontro, al quale hanno partecipato anche il ministro degli Esteri Salman Khurshid e quello della Giustizia Kapil Sibal, sono state esaminate varie modalità attraverso le quali giungere a una soluzione per uscire dallo stallo. Una delle soluzioni proposte prevede che, dopo avere presentato le accuse in base alla legge anti-terrorismo Sua, "la Nia potrebbe chiedere al tribunale di non punire i due accusati con la pena di morte (in caso di colpevolezza)", facendo riferimento all’impegno assunto con il nostro Paese.

Ricorso dell'Italia alla Corte suprema

Di fronte al rinvio del governo indiano della presentazione dei capi di accusa per i due marò, l’Italia ha deciso di presentare un ricorso alla Corte Suprema indiana. Lo ha appreso l’Ansa da fonti affidabili. La "petition" punta a "scongiurare l’uso di una legge antiterrorismo".

Missione bipartisan del parlamento in India

Questioni tecnico giuridiche a parte, c'è da sottolineare lo sforzo politico del parlamento italiano. Sforzo bipartisan: i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sono in contatto per verificare la possibilità di una missione bicamerale in India in vista dell’udienza dei due marò. "Ne stiamo parlando. Una missione ha senso se ha un valore istituzionale per incontrare le autorità indiane", spiega il presidente della commissione Esteri alla Camera Fabrizio Cicchitto. Il 20 gennaio è previsto l’arrivo a New Delhi di una delegazione di parlamentari 5 Stelle proprio per il caso Marò.

Ma durante l’ufficio di Presidenza della commissione Difesa della Camera, Vito (Fi) ha chiesto ai deputati di M5s e Fratelli d’Italia di evitare una iniziativa di partito in India, benché legittima, per favorire piuttosto una missione istituzionale delle commissioni Difesa e Esteri.

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