Un presepe con i due marò. E la Cgil lo crocifigge

Una foto scatena le polemiche a Firenze. "Appello fuori luogo. Meglio ricordare Siria e Lampedusa..."

Un presepe con i due marò. E la Cgil lo crocifigge

Il presidente della Repubblica Napolitano confida nella «riapertura delle prospettive» che l'India aveva indicato e si augura un prossimo lieto incontro al Quirinale, il ministro della Difesa Mauro si rallegra perché le famiglie potranno volare in India a vedere i loro cari per il Natale e ricorda che «siamo in fervida attesa e alacre attività, soprattutto sul piano diplomatico». Ma scegliere un presepe esposto in luogo pubblico per ricordare agli italiani che da quasi due anni quelle stesse persone di cui Quirinale e governo si preoccupano attendono giustizia non va bene: Cgil dixit.

Protagonisti involontari di una tipica vicenda italiana, lo avrete capito, sono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di Marina trattenuti dal febbraio 2012 in India perché accusati di omicidio nell'esercizio delle loro funzioni di servizio armato antipirateria a bordo di una nave italiana e in attesa di una soluzione che non arriva mai. È successo che nella sede della direzione regionale Inps a Firenze «è comparso un presepe sormontato dalla foto dei due militari trattenuti in India e da uno slogan in cui si auspica la loro immediata liberazione». Il sindacato ha reagito con un comunicato, secondo cui «che in un ufficio pubblico si possa allestire qualsiasi cosa abbia a che fare con un credo religioso è già materia dibattuta, ma abbinare a questo un proclama politico è evidentemente un'offesa». Prevenendo il sospetto di un pregiudizio ostile verso i due marò, la Cgil precisa che «non si tratta di schierarsi contro o a favore del rientro in Italia dei due marò, ma cosa ha a che fare questo con il rispetto di una tradizione religiosa? Predisporre un simile allestimento, discutibile anche dal punto di vista estetico, è quantomeno improprio per un ufficio pubblico».

Eccezioni sarebbero peraltro parse tollerabili alla Cgil: «Se le immagini fossero state riferite alle vittime della guerra civile in Siria o alle condizioni del Cie di Lampedusa, non troveremmo niente da dire. La pace, il ripudio della violenza e la tutela della dignità umana sono valori inseriti nella nostra Costituzione.

Il rinnovare (dopo un anno) l'appello alla liberazione di due connazionali coinvolti in una vicenda controversa e ancora tutta da chiarire è palesemente un segnale politico, che viene pure imposto dalla dirigenza Inps». Il dirigente regionale dell'Inps, Fabio Vitale, si è detto «basito» e ha definito «ideologica» la nota della Cgil.

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