Ragazzina rom arrestata in gita e rimpatriata

Il presidente della Repubblica Hollande chiede «chiarezza» ma il leader dell'estrema sinistra, Jean-Luc Melenchon, già vuole la testa di Manuel Valls, il ministro dell'Interno che per lui «non è degno della Repubblica». È bufera in Francia dopo la notizia che una ragazzina rom di 15 anni è stata arrestata mentre stava partendo per una gita scolastica e poi espulsa con la sua famiglia.

Leonarda, 15 anni, kosovara, che parla francese e frequenta regolarmente la scuola da tre anni, è stata portata via davanti ai suoi compagni dopo che la polizia avrebbe ordinato ai professori di fermare il pullman con gli studenti. I fatti risalgono al 9 ottobre scorso e si sono svolti nell'est della Francia. Il giorno stesso la giovane è stata messa su un aereo per il Kosovo insieme ai genitori e ai cinque fratelli. La ragazzina risiedeva da cinque anni con la famiglia in un centro di accoglienza per richiedenti asilo nel comune di Levier. Secondo diverse fonti, la famiglia Dibrani stava per essere regolarizzata, circostanza smentita da Valls che parla di richiesta respinta settimane fa.

La vicenda ha scosso i socialisti che si sono detti «sotto choc» per l'arresto. Valls, nel mirino delle critiche, ha ordinato un'inchiesta ma si è difeso: «Tutti mantengano il sangue freddo e nessuno dubiti neppure per un attimo che le regole del diritto vengono applicate dai miei servizi con intelligenza, discernimento e umanità».

Eppure Valls è il simbolo di un governo socialista sempre più inflessibile contro nomadi e immigrati, minacciato di sanzioni da Bruxelles dopo le sue dichiarazioni shock: «Integrare i rom in Francia non è possibile». Perciò anche il premier Jean Marc Ayrault è intervenuto: «Se c'è stato un errore la procedura d'espulsione sarà annullata».

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