Di uno non si hanno più notizie dal 22 novembre. Dell'altro non si sa più nulla da martedì 9 aprile. Entrambi giornalisti, lo statunitense James Foley e Domenico Quirico, inviato della Stampa sui fronti caldi delle crisi internazionali, sono da qualche parte in Siria. Ma nessuno sa dove.
Infruttuosi finora i tentativi fatti dalle autorità italiane per rintracciare il giornalista del quotidiano di Torino. Lo stesso ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha detto giorni orsono che sulla sua situazione non è emersa nessuna novità, neppure dopo che la notizia della sua scomparsa è stata diffusa dalla stampa.
Lo stesso vale per James Foley. Il giornalista, che ha lavorato per il Global Post e la France Press, manca da 177 giorni. La famiglia è convinta che si trovi in un carcere di Assad. Ma proprio il presidente della Siria ha ribadito oggi di non sapere nulla della sorte sua e di quella di Quirico.
Assad parla dei due giornalisti in un'intervista realizzata dal quotidiano argentino Clarin. E ribadisce di non essere in grado di dare nuove informazioni su Quirico e Foley. "Quando abbiamo informazioni su qualsiasi giornalista entrato illegalmente in Siria - spiega - le trasmettiamo al Paese di provenienza".
Qualunque sia la situazione attuale dei due giornalisti, le statistiche parlano chiaro.
Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), che tiene il conto degli attacchi alla stampa nel mondo, calcola che nel 2012 sono stati 21 i giornalisti rapiti in Siria, 15 quelli imprigionati e 28 quelli uccisi. Il paese di Assad attualmente è il luogo più rischioso per il lavoro di un reporter.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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