Cinque ore sotto davanti ai giudici, prima di confessare di avere consegnato all'attuale premier spagnolo Mariano Rajoy e alla numero due del Partito popolare, Maria Dolores de Cospedal, finanziamenti occulti dal 2008 al 2010. Alcune carte pubblicate da El Pais a fine gennaio avevano rivelato che gli ultimi due tesorieri del Pp, Alvaro Lapuerta e Luis Barcenas, avrebbero tenuto per anni una contabilità parallela, che avrebbe fruttato 33 milioni di euro.
Se fin dall'inizio era emerso anche il nome di Rajoy, alcuni sms pubblicati ieri da El Mundo hanno aggiunto un tassello al mosaico. I messaggi - che secondo il quotidiano sono stati scambiati tra Barcenas e il premier - chiariscono che il primo ministro era ben al corrente dell'esistenza di questa contabilità "secondaria".
In una serie di sms il premier chiedeva "di negare l'esistenza" dei fondi occulti e dei "compensi aggiuntivi" per i dirigenti, chiedendo anche a Barcenas di farsi forza e tenere la bocca chiusa. In un messaggio conclusivo, l'ex tesoriere scriveva al premier di sentirsi "libero da ogni impegno" nei confronti suoi e del partito. Barcenas si trova al momento in carcere.
Alfredo Pérez Rubalcaba, segretario generale del partito socialista Psoel, è tornato oggi a chiedere "dimissioni immediate" di Rajoy. Già a gennaio aveva preteso risposte chiare dal premier, dopo che El Pais
538em;"> lo aveva accusato di avere ricevuto (dal 1997 al 2008) 25.200 euro al mese a una serie di benefit, tra cui cravatte e capi d'abbigliamento. Rajoy aveva in precedenza respinto le accuse e la domanda di lasciare il suo posto, come ha fatto di nuovo oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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