Turchia, esplosioni a Reyhanli, vicino al confine siriano: 40 morti

Due autobombe sono esplose a Reyhanli, non lontano dal confine con la Siria. Gravemente danneggiati poste e municipio. Ministero: 40 morti, 100 feriti

Turchia, esplosioni a Reyhanli, vicino al confine siriano: 40 morti

Continua a salire il bilancio delle vittime provocate da almeno due esplosioni che hanno scosso il villaggio di Reyhanli, località turca vicino al confine con la Siria, nella provincia di Hatay. Intorno alle due del pomeriggio (ora italiana), quelle che il ministro degli Interni, Muammer Guler, ha identificato come due autobombe, sono esplose davanti agli edifici municipali, causando grossi danni al municipio e al vicino ufficio postale.

Secondo l'ultimo aggiornamento, rilasciato dal ministero degli Interni, sarebbero 40 le vittime delle esplosioni e un centinaio i feriti.

Ancora non sono note le motivazioni e gli autori dell'attacco. Il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, ha però parlato di un atto che "non è una coincidenza" e si verifica "mentre s'intensifica l'attività diplomatica". Il premier, Recep Tayyip Erdoğan, non ha al momento escluso una responsabilità dei curdi, impegnati in questo periodo a una "ritirata" in Iraq, dopo la pace firmata tra Ankara e Ocalan. La seconda pista è quella di un legame con la crisi in Siria. A puntare decisamente il dito contro Assad, il vicepremier Bulent Arinc.

Secondo i media locali gli attacchi avrebbero scatenato l'ira degli abitanti, che hanno preso d'assalto le auto con targa siriana e i rifugiati. Le stime dell'Unhcr (Alto Commissariato per i rifugiati) parlano di quasi 300mila persone che hanno cercato riparo in Turchia, in fuga dalle violenze in corso nel loro Paese.

I precedenti

A ottobre un altro villaggio, quello di Ackakale, era stato colpito. In quell'occasione erano morte sei persone. Il paragone è però difficile. In quell'occasione a colpire erano stati alcuni colpi di mortaio - probabilmente vaganti - arrivati dal territorio siriano. Per alcuni giorni le relazioni tra Ankara e Damasco erano state piuttosto tese.

Il parlamento turco aveva dato il via libera per possibili operazioni oltre la frontiera.

Secondo la BBC l'area di Reyhanli sarebbe già stata colpita a febbraio da colpi di mortaio, che avevano provocato 13 morti e 20 feriti.

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