Presidenziali ucraine, Poroshenko: "No a una nuova Somalia nell'Est"

Il candidato presidente, già oltre il 50% delle preferenze, non intende lasciare la Crimea ai russi. Mosca pronta al dialogo, ma senza intermediari

Petro Poroshenko in conferenza stampa a Kiev
Petro Poroshenko in conferenza stampa a Kiev

Con le schede scrutinate oltre il 60% e più di metà delle preferenze che convergono sul nome del miliardario Petro Poroshenko, arriva da Mosca un primo commento sul risultato parziale delle elezioni presidenziali in Ucraina. A parlare è il ministro degli Esteri, Serghiei Lavrov, pronto al dialogo con Kiev, ma solo se non saranno coinvolti mediatori esterni.

Un'apertura non troppo spinta, perché i russi restano convinti che sia "un errore colossale" riprendere le operazioni militari nel sud-est ucraino, percorso da un forte sentimento separatista. Qui ieri due regioni, gli "oblast" di Lugansk e Donetsk, hanno annunciato di avere unito le forze in quello che hanno chiamato la "Nuova Russia".

Di diverso parere le autorità di Kiev. Il primo vice-premier, Vitaly Yarema, ha chiarito oggi che l'operazione anti-terrorismo tornerà nella sua fase attiva appena sarà chiaro il risultato delle presidenziali. Poroshenko ha chiarito che non permetterà la creazione di "una nuova Somalia", senza presenza dello Stato nelle province orientali. Ha anche confermato la fiducia nel premier, Arseni Iatseniuk, che probabilmente manterrà il suo posto.

Tra le priorità di Poroshenko - così ha detto il candidato presidente - la "soluzione della questione della Crimea", con il ritorno della penisola sotto l'ombrello ucraino, dopo che un referendum tenutosi a metà marzo ha sancito lo spostamento

nell'area d'influenza di Mosca.

Nell'Est ribelle ha aperto ieri un seggio su tre, segno di come le elezioni siano se non altro incomplete, viziate dall'impossibilità di tenere aperte le urne su tutto il territorio statale.

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