"La rivoluzione ha trionfato". Hugo Chavez gongola dal balcone del palazzo presidenziale. Davanti alle migliaia di sostenitori radunati dopo l'annuncio della sua vittoria elettorale, il presidente venezuelano è comparso con una spada appartenuta a Simon Bolivar.
Gli elettori "hanno votato per il socialismo", ha detto lui. E "Chavez non se ne andrà", hanno risposto loro. Hugo Chavez ha ottenuto il quarto mandato alla presidenza del Venezuela sconfiggendo nelle elezioni di ieri il candidato dell’opposizione Henrique Capriles. Chavez, 58 anni, con circa il 90 per cento dei voti scrutinati ha ottenuto il 54,42% dei consensi contro il 44,97% dell’avversario.
L’affluenza alle urne è stata alta, con una partecipazione di circa l’81% degli aventi diritto al voto. Chavez, che governerà il Paese fino al 2019, si è rivolto ai suoi sostenitori definendo la vittoria elettorale una "battaglia perfetta".
Chavez ha ottenuto oltre 7,4 milioni di voti, battendo Capriles di oltre 1,2 milioni di preferenze, ha fatto sapere il Consiglio elettorale nazionale. Dopo l'annuncio dei risultati i festeggiamenti sono esplosi nel centro di Caracas, con fuochi d'artificio e sostenitori che sventolavano le bandiere venezuelane davanti al palazzo presidenziale.
Chavez ha chiesto a Dio "vita e salute" e, senza citare direttamente il suo avversario Herique Capriles, si è complimentato con l’opposizione "perché ha riconosciuto la verità della mia vittoria, la vittoria del popolo" e ha invitato i suoi avversari al dialogo. "Abbiamo dimostrato che la nostra democrazia è una delle migliori del mondo", ha aggiunto Chavez, che ha poi assicurato di aver vinto in 23 dei 23 stati, oltre che a Caracas. Il nuovo governo, ha affermato, "comincia oggi stesso".
La vittoria di Hugo Chavez "assicura la continuità della lotta" per l’integrazione dell’America Latina: ha affermato il presidente cubano Raul Castro che ha dichiarato: "Mi complimento con te per questo trionfo storico, che dimostra la forza della "revolucion" bolivariana e il suo indiscutibile sostegno popolare".
Anche la presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner ha messo in evidenza l’importanza della vittoria di Chavez "per poter continuare a lavorare per l’integrazione del Sudamerica e rafforzare quei meccanismi che con successo hanno permesso di far aumentare l’occupazione, oltre a migliorare l’istruzione e la salute".
Anche la Cina si è congratulata per la vittoria di Chavez. Mentre da Washington è arrivato un monito: "la voce dell’opposizione deve essere ascoltata".
Perché "noi pensiamo che l’opinione di oltre sei milioni di persone che hanno votato per l’opposizione debba essere tenuta in conto in futuro", ha detto il portavoce per l’America Latina del dipartimento di Stato americano, William Ostick.
Por un lado una dictadura populista disfrazada de democracia y por el otro fraudes a granel.
El retraso incomprensible en entregar los resultados por el CNE, siendo el proceso electrònico y por ende instantàneo, hace pensar que en alguna parte el resultado que favorecìa marcadamente al contrincante Capriles fuè "revertido" de manera, a mi parecer, bastante abrumadora (y por ende poco creìble).
Mal le coja al tirano por poner de rodillas a un paìs tan hermoso como Venezuela y, de paso, fomentar la ideologìa criminal de izquierda por el resto de Suramèrica.
Y por ùltimo: el General Pinochet nunca fuè un "tìtere" en manos de EE.UU.
Hasta los generales de la Rusia post-soviètica le reconocieron (con sana envidia) su estricto nacionalismo, al servicio de la libertad.
Èl mismo contemplò, en la constituciòn del '80, poner la opciòn de elegir en manos del pueblo.
Ningùn cobarde "partigiano" tuvo cabida en ello...
Cosmo de La Fuente
Come non dare fiducia a colui che offre a tutti … di che vivere!?
comprendo muy bien lo que escriben Tengo pena por todos lo que tiene pasado con este mostro de Hugo. Espero que Dio lo tome en infierno junto al dinero robados al pueblos venezuelano.
Buena suerte en Italia y que Dio los adjuta
Juan
Il Venezuela ha bisogno di un altro Romulo Batancourt, ma prima deve trovare un Augusto Pinochet che gli pulisca la casa come fece in Chile che oggi e' il pese piu evoluto e finanziariamente solido del South America.
Por un lado una dictadura populista disfrazada de democracia y por el otro fraudes a granel.
El retraso incomprensible en entregar los resultados por el CNE, siendo el proceso electrònico y por ende instantàneo, hace pensar que en alguna parte el resultado que favorecìa marcadamente al contrincante Capriles fuè "revertido" de manera, a mi parecer, bastante abrumadora (y por ende poco creìble).
Mal le coja al tirano por poner de rodillas a un paìs tan hermoso como Venezuela y, de paso, fomentar la ideologìa criminal de izquierda por el resto de Suramèrica.
Y por ùltimo: el General Pinochet nunca fuè un "tìtere" en manos de EE.UU.
Hasta los generales de la Rusia post-soviètica le reconocieron (con sana envidia) su estricto nacionalismo, al servicio de la libertad.
Èl mismo contemplò, en la constituciòn del '80, poner la opciòn de elegir en manos del pueblo.
Ningùn cobarde "partigiano" tuvo cabida en ello...