Ennesimo assist dell'Europa nei confronti delle Ong del mare. L'Italia è il Paese più esposto agli sbarchi di migranti della flotta civile, sia per la sua posizione geografica e sia per una scelta politica. Nonostante nel Mediterraneo ci siano altri Paesi, altrettanto sicuri e in certi casi più facilmente raggiungibili, come Malta e la Grecia, le navi Ong fanno costantemente rotta verso l'Italia. Nonostante critiche, insulti e accuse nei confronti del nostro Paese, le organizzazioni continuano a fare leva per ottenere un porto in Italia. Questi sbarchi, che nella maggior parte dei casi avvengono da navi battenti bandiere straniere, vanno ad aggravare una situazione di sovraffollamento alla quale l'Italia deve far fronte con gli sbarchi autonomi. Anche per questa ragione, oltre che per rimettere ordine in un sistema in cui si è persa qualunque logica di rispetto istituzionale, in cui le Ong tentano in ogni modo la prevaricazione su un Paese sovrano.
Il decreto Piantedosi va in questa direzione ma dall'Eurpoa continuano a fornire assist alle organizzazioni che minano la sicurezza interna di un Paese membro. In un rapporto pubblicato oggi dal commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovi, si legge che L'Italia deve adottare una serie di misure per "difendere meglio i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e delle donne" e abolire le norme "che ostacolano la ricerca e il salvataggio da parte delle Ong". Ma non solo, perché nel suo rapporto, Mijatovi solleva anche alcune questioni "sui giornalisti e la protezione giuridica delle persone LGBT". Il tentativo di appiattire l'Italia su temi che legati alla sinistra europea è in atto da tempo.
L'organismo di Strasburgo riconosce gli sforzi dell'Italia nel sottolineare"la necessità di una responsabilità europea condivisa per salvare delle vite in mare", una battaglia che Meloni porta avanti con convinzione da quando è salita a Chigi, riuscendo a mettere il tema dei migranti al centro dell'agenda europea. Tuttavia, nel suo rapporto il commissario esorta le autorità italiane a "garantire una capacità di ricerca e di salvataggio adeguata e chiede l'abrogazione delle norme e delle politiche che ostacolano la ricerca e il salvataggio da parte delle Ong".
Infatti, secondo Mijatovi, "le attività di cooperazione che portano direttamente o indirettamente al ritorno in Libia dovrebbero essere sospese, tenuto conto delle gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani commesse in quel Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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