"Tutto per favorire Di Maio...". Avramopoulos grida al complotto

L'esponente greco, in lizza per il ruolo di rappresentante Ue nel Golfo Persico, grida al complotto dopo gli accertamenti chiesti da Bruxelles per la sua collaborazione con l'Ong di Panzeri

"Tutto per favorire Di Maio...". Avramopoulos grida al complotto

Si dichiara vittima di un "complotto" ordito da presunti ambienti italiani per screditarlo. Per favorire Luigi Di Maio al posto suo. L'ex commissario Ue all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos butta la palla sugli spalti: mentre Bruxelles avanza dubbi sulla sua attività di "sensibilizzazione" svolta per la Ong di Antonio Panzeri, lui grida alla cospirazione. Il politico greco, che in ogni caso non risulta coinvolto nel Qatargate, sostiene infatti che quei sospetti sarebbero stati sollevati per ostacolare la sua corsa verso il ruolo di Rappresentante Speciale dell'Ue nel Golfo Persico, carica per la quale sta concorrendo anche l'ex ministro grillino.

L'accusa di Avramopoulos

Intervenendo nelle scorse ore sulla vicenda, Avramopoulos ha spiegato di sentirsi colpito da un "complotto" perpetrato da "alcuni ambienti in Italia". L'obiettivo dell'improbabile operazione - ha spiegato l'esponente del Ppe - sarebbe "distorcere l'immagine della mia partecipazione completamente legale e formale a Fight Impunity" al fine di "indebolire la mia candidatura alla carica di Rappresentante Speciale dell'Ue nel Golfo Persico e rafforzare l'appoggio per Luigi Di Maio. Ma tutti sanno che il favorito sono io". L'impressione tuttavia è che il nostro Paese c'entri davvero poco o nulla e che, invece, la faccenda sia tutta europea.

Lo choc per il Qatargate ha infatti indotto le istituzioni di Bruxelles ad avviare controlli più serrati sul mondo che gravitava attorno ai protagonisti della vicenda. E siccome Avramopoulos riceveva pure un compenso dalla Ong di Panzeri (tutto regolare e consentito dalla Comissione Ue, spiega lui), gli accertamenti interni sono destinati a riguardare anche la sua posizione. Più che altro, a Bruxelles sarebbero interessati a capire e l'ex commissario greco avesse rispettato o meno le condizioni restrittive (ossia di non prendere contatti con la Commissione) nell'ambito delle sue "campagne di sensibilizzazione".

Tali accertamenti appaiono ancor più motivati dal fatto che il politico ellenico sia considerato tra i favoriti per il ruolo diplomatico nel Golfo Persico sul quale si attende solo l'ultima parola di Josep Borrell. In lizza per l'incarico effettivamente c'è anche Luigi Di Maio, che nei colloqui propedeutici alla nomina si era classificato primo. Avramopoulos - spiegano fonti Ue - si era invece piazzato terzo.

Ora, nel rush finale, la partita si fa stringente. L'ex leader di Impegno Civico potebbe essere ostacolato dal fatto che il Qatargate abbia coinvolto dei rappresentanti italiani, quasi tutti provenienti dal gruppo Socialista, ma anche il greco Avramopoulos rischia ora di dover fare i conti con una posizione piuttosto scomoda.

Fonti Ue: "Vicenda politicizzata, nessuna macchinazione"

Dalle istituzioni europee intanto è trapelato un certo fastidio per le parole di Avramopoulos. "La vicenda che riguarda la nomina dell'inviato Ue nella regione del Golfo è stata politicizzata oltremodo: non esiste nessuna macchinazione o piano maligno al riguardo", ha fatto sapere alla stampa un alto funzionario europeo a conoscenza del dossier sull'attesa assegnazione della carica.

La procedura per la designazione, ha precisato la medesima fonte, è ancora in corso e non si prevedono al momento "accelerazioni" al riguardo. L'ex ministro degli Esteri Luigi di Maio, secondo la fonte, sarebbe ancora in corsa per la carica.

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