Dalla gloria alla polvere, simultaneamente. I flop contemporanei di Movimento e 5 Stelle in Italia e di Podemos in Spagna non sono così casuali come magari si potrebbe pensare. I due partiti "simbolo" in Europa della rabbia e della protesta dei cittadini contro la politica tradizionale cadono insieme (e forse definitivamente) nel più importante appuntamento elettorale che le forze devono affrontare: quello delle elezioni europee. Del resto entrambi condividono un elemento fondamentale, oltre al flop alle urne nell'ultimo finesettimana: avere urlato per anni contro l'establishment e poi, una volta che sono arrivati al governo del loro Paese, sono implosi sotto il peso della loro inconsistenza.
La carica di 5 Stelle e Podemos
A parte l'anno di nascita (2009 per i grillini e 2014 per la formazione spagnola) entrambi percorrono strade molto simili. Crescono in un momento molto particolare i due Stati. prima la crisi finanziaria globale del 2008-2009 e poi la crisi europea dei debiti sovrani del 2011-2012 che avevano lasciato le loro economie spagnola in pessime condizioni, con un enorme debito pubblico, alti livelli di disoccupazione e un aumento della povertà e delle diseguaglianze. Le politiche economiche di austerità adottate dal governo tecnico di Mario Monti e del Partito Popolare di Mariano Rajoy, sebbene corrispondessero a quelle consigliate dalle istituzioni finanziarie internazionali, non fecero che aumentare la sensazione di rabbia e impotenza di una parte consistente della popolazione.
Allo scontento economico si univa lo scontento sociale: la classe politica tradizionale veniva definita "casta" (la parola è uguale in spagnolo) e c'era una forte richiesta di rinnovamento politico. Formalmente Podemos fu fondato da cinque persone: Pablo Iglesias, Íñigo Errejón, Juan Carlos Monedero, Carolina Bescansa e Luis Alegre. Il primo, che poi sarebbe diventato la figura più nota e carismatica del partito, era già abbastanza noto in Spagna, perché da circa un anno era spesso ospite di alcuni talk show televisivi. Certo, non si può confrontare con la fama di Beppe Grillo, reduce da almeno trent'anni di comicità in televisione, ma entrambi ottennero i primi successi istanze e richieste populiste tutto sommato assimilabili, a partire dalla volontà di una partecipazione dal basso e l'ambientalismo.
Il percorso verso il baratro
5 Stelle e Podemos portarono in parlamento una classe dirigente nuova che nel tempo cambiò molti dei modi di fare politica dei partiti tradizionali. In alcuni casi i membri di questa classe dirigente erano anche piuttosto inesperti. Nei loro primi anni nelle sedi parlamentari utilizzarono tecniche di marketing politico estremamente combattive, contribuirono a suscitare polemiche e usarono in maniera molto sapiente i social network. I due partiti antisistema e demagogici ottennero buonissimi risultati nel loro debutto alle urne. Il massimo successo elettorale arrivarono rispettivamente nel 2016 per Iglesias e nel 2018 per Grillo, che divenne nettamente il primo partito.
Il declino politico di Podemos e M5s cominciò per entrambi nel 2019, quando o erano già entrati oppure erano in procinto di entrare nel governo nazionale soprattutto con movimenti tradizionale di sinistra (Psoe e Pd). L'incapacità di dare risposte chiare e credibili ai cittadini ha poi contribuito a fargli perdere i tanti consensi ricevuti.
In tutto questo, i due partiti vengono colpiti entrambi da complicata e burrascosa uscita da esponenti di punta: Iñigo Errejón da una parte e Alessandro Di Battista dall'altra. Il crollo dei voti nelle tornate elettorali successive ha fatto il resto, fino ad arrivare a domenica notte, con pessimi risultati a una cifra. Un eloquente fallimento del loro modo di fare politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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