Mentre Ilaria Salis continua a predicare l'illegalità e rivendica le occupazioni, ottenendo per giunta l'appoggio di Nicola Fratoianni, che vorrebbe la legalizzazione delle occupazioni, l'Ungheria si muove per chiedere la revoca dell'immunità. Index.hu, sito ungherese, riporta che il tribunale regionale di Budapest avrebbe contattato la presidenza del Parlamento Europeo, per richiedere la revoca dell'immunità parlamentare. L'iter avviato dall'autorità ungherese rientra nelle sue facoltà e dovrà essere una commissione apposita, convocata per l'occasione, a valutare se sussistono i presupposti affinché si concretizzi la richiesta del tribunale.
La stessa Salis è intervenuta sulla questione nel corso del suo primo punto stampa a Bruxelles: "La mia intenzione non è quella di sottrarmi a un procedimento penale, è quella di essere processata secondo giustizia, cioè nel rispetto dei diritti fondamentali, secondo un giusto processo, con un uguale trattamento davanti alla legge e nel rispetto del principio di proporzionalità". Un processo che, però, adesso è sospeso proprio in nome dell'immunità ottenuta. "La decisione sulla revoca spetterà al Parlamento europeo che deciderà tramite una votazione. Io sinceramente spero e mi aspetto che comunque l'Europa, il Parlamento europeo, si schieri a difesa dei diritti fondamentali, a difesa della presunzione d'innocenza, del principio di proporzionalità e del rispetto dello Stato di diritto", ha concluso. Un principio di innocenza che se non verrà revocata l'immunità resterà tale almeno per i prossimi cinque anni, senza possibilità di accertare quell'innocenza in via definitiva, o il contrario.
A Budapest, Salis è indagata per tentato omicidio e ha già scontato 15 mesi di carcere preventivo in una galera della Capitale. Grazie all'elezione tra le fila di Avs, partito di Fratoianni e Angelo Bonelli, ha ottenuto un seggio europeo e con esso la libertà, il rientro in Italia e l'immunità. Il sito ungherese non riporta le sue fonti e per il momento dal parlamento europeo nessuno conferma l'indiscrezione. Alcune fonti raggiunte dall'agenzia Adnkronos spiegano che allo stato attuale non giunte richieste di questo tipo agli uffici del parlamento ma "non è improbabile" che possa arrivare prossimamente. Infatti, questo tipo di procedimenti deve rispondere a un iter molto particolare, con numerosi passaggi intermedi, che nella maggior parte dei casi ne rallenta la trasmissione.
La decisione era già stata in qualche modo annunciata dal capo di gabinetto del governo ungherese: "L'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità". Un suggerimento che pare sia stato ascoltato. Il tribunale dovrà dimostrare al parlamento le ragioni per le quali ritiene che il processo debba proseguire nell'immediato e portare le prove della colpevolezza di Ilaria Salis, per convincere almeno la metà più uno del parlamento a votare a favore della revoca. In quel caso, il processo continuerebbe e in caso di condanna l'insegnante potrebbe finire nuovamente in carcere. D'altronde, non è stato mai nascosto che l'obiettivo finale della candidatura di Salis fosse proprio quello di concederle l'immunità: nessun merito, nessun altro motivo sussiste per candidare al parlamento di Bruxelles una persona con due condanne passate in giudicato in Italia.
E quel che Salis ha dichiarato in questi giorni sembra dar ragione a chi non l'ha mai ritenuta adeguata a rappresentare gli italiani nella massima istituzione europea. Salis, per sua stessa ammissione, non intende cambiare: sarà sempre l'esponente dei centri sociali che in passato ha lanciato spazzatura contro i poliziotti, partecipato a scontri con la polizia e che è stata trovata all'interno di un appartamento occupato.
A Bruxelles ha detto che porterà la voce dei centri sociali, che continuerà a frequentare. Ora resta da capire come il tribunale di Budapest intenderà muoversi per far valere le sue ragioni. Nel frattempo, Salis a breve andrà per la prima volta in parlamento da eletta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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