"Non sono cambiata". Salis va in Europa a far la portavoce dei centri sociali

Migranti, di cui "dobbiamo assumerci la responsabilità" e diritto alla casa: questi i cardini del programma politico di Salis in Europa

"Non sono cambiata". Salis va in Europa a far la portavoce dei centri sociali
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Il senso istituzionale non rientra sicuramente tra i pregi che si possono annoverare nel carnet di Ilaria Salis. L'insegnante precaria ha ottenuto un seggio al parlamento europeo avendo come unico merito quello di essere andata in Ungheria a partecipare a una manifestazione anitfascista ed essere stata arrestata per tentato omicidio perché indagata di aver preso parte a un pestaggio. In Italia ha già delle condanne passate in giudicato per quelli che la moglie di Nicola Fratoianni, che l'ha candidata, ha definito "solo reati da centri sociali" ed è proprio da questi ambienti che deriva Salis, ampiamente benestante di famiglia, appartenente ai movimenti per la casa. E ora che andrà al parlamento europeo non ha smesso di rivendicare le occupazioni come strumento legittimo.

"Il carcere non mi ha cambiata, i miei ideali sono gli stessi", ha dichiarato la neoeletta al parlamento europeo in un'intervista rilasciata a La Repubblica. Alle recenti consultazioni per il rinnovo del parlamento europeo, Ilaria Salis ha ottenuto 176mila preferenze, che sono arrivate principalmente da giovani e giovanissimi, che in questo particolare periodo storico hanno riportato di moda il comunismo più estremo, anche in conseguenza della martellante propaganda dei collettivi in scuole e università. Secondo Salis, in molti l'hanno votata "per la questione della mia carcerazione e per sostenere i diritti dei detenuti", mentre altri "per la voglia di portare sulla scena politica qualcosa che provenisse dal basso, perciò manterrò i legami coi movimenti".

I "movimenti", come li chiama lei, altro non sono che i centri sociali, di cui pare andrà a fare da portavoce a Bruxelles. "Mi batterò per la difesa dei detenuti, del lavoro precario, dei migranti per i quali ci dobbiamo assumere la responsabilità storica dei morti in mare, e del diritto alla casa", ha proseguito Salis, che anche nel registro linguistico ricorda molto da vicino quello degli antagonisti da strada. "Nel lungo periodo, dobbiamo dedicarci al superamento della condizioni di insicurezza con cui prosperano le destre e costruire una nuova cultura popolare antifascista, che affondi le radici nella memoria dei partigiani e sia in contatto con le questioni sociali del presente", ha detto ancora a La Repubblica.

Parole che richiamano la volontà di indurre un pensiero unico che affondi le sue radici nell'ideologia di sinistra, che tende all'estremo. Eppure, gli elettori hanno dimostrato di fidarsi maggiormente delle "destre", se l'alternativa sono queste "sinistre".

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