Le Ong vogliono avere campo libero in Europa per spostare senza limiti i migranti da un Paese all'altro. Pretendono che non vi siano confini, o leggi che li regolano, così da poter svolgere in massima il proprio lavoro, perché di questo si tratta. Non è noto, chi opera a bordo delle navi delle Ong è un professionista che offre la propria opera dietro un compenso, com'è giusto che sia, ma questo non è volontariato. La sovranità nazionale tutelata dai governi, che nel pieno svolgimento del proprio mandato tutelano i cittadini con leggi e regolamenti, è un intralcio per le Ong, che hanno una vera e propria "blacklist" dei Paesi che, a loro dire, hanno politiche avverse ai migranti.
In questo elenco, ovviamente, non manca l'Italia, alla quale vengono contestate le condizioni di accoglienza negli hotspot, soprattutto Lampedusa, e nei centri migranti. Ma viene anche criticata una politica di rimpatrio, a loro dire frettolosa, che non consente ai migranti la possibilità di un ricorso legale. In realtà i richiedenti asilo, di norma, restano anche diversi anni in Italia tra l'analisi della domanda e i ricorsi. Inoltre, le Ong tirano anche la acqua direttamente al proprio mulino, perché sostengono che vi sia una criminalizzazione delle organizzazioni, per il solo fatto che il governo Meloni ha introdotto una serie di regole atte a gestire in maniera migliore gli sbarchi, senza lasciarli completamente in mano alle Ong, fino al 2022 autorizzate a scegliere il porto di sbarco.
Ci sono, poi, Spagna e Grecia, accusate di respingere i migranti, rispettivamente, nello stretto di Gibilterra e in Turchia e nell'Egeo. Le Ong parlano di "deportazioni" in violazione del diritto internazionale e dei trattati di Ginevra. E accusano, soprattutto la Spagna, di lasciar morire i migranti quando questi prendono d'assalto le alte recinzioni che sono state costruite nelle exclavi spagnole, in terra marocchina, di Ceuta e Melilla. Ci sono, poi, Ungheria e Croazia nel mirino delle Ong, per le deportazioni all'esterno dei confini dei Paesi lungo la rotta balcanica. E poi ci sono le solite accuse che vengono mosse a Frontex, agenzia europea per le migrazioni, che per le Ong tollera le violazioni dei diritti umani.
Nell'elenco dei Paesi in "lista nera" ne mancano però due, che stranamente non vengono menzionati: Francia e Malta. La Francia è noto che applichi i respingimenti di migranti sul confine italiano, spesso anche di minori, che vengono rimandati in Liguria e Piemonte. Ed è una pratica che il Paese transalpino attua da anni, sia lungo la linea di costa che lungo quella montana, dove si sono spesso verificati decessi tra i migranti.
E poi c'è Malta, che nonostante sia spesso il porto sicuro più vicino non collabora, se non molto raramente, con le operazioni di recupero migranti e non permette ai barchini, se non un pochissimi casi, di avvicinarsi alla sua costa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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